A Collemaggio la messa di mezzanotte
La messa di mezzanotte, la nascita del Bambino. Sotto il transetto martoriato di Santa Maria di Collemaggio. Si farà, si potrà pregare. Per il Natale arrivato, per il domani. È il regalo della Protezione Civile agli aquilani e al mondo. Una copertura provvisoria alla chiesa di Celestino V - quella facciata rosa e bianca con la trina immensa del rosone - tirata su con i fondi di Bertolaso. Come un cencio sul corpo nudo del Bambinello. Poco per scaldare, ma pure qualcosa. «Sono tre le chiese dell'Aquila che riapriremo la notte di Natale». La voce di Luciano Marchetti, vice commissario alla ricostruzione, vibra appena per la soddisfazione di aver mantenuto la promessa. Insomma, Marchetti, manca tanto all'Aquila, ma questo è un segnale. Sì, perché non è solo Collemaggio a riaprire. C'è anche la chiesa del Cristo Re, resa agibile. E il monastero di Sant'Amico. Anche qui messa in sicurezza e cupola transennata». Fuori l'Aquila che cosa succede? Saranno riaperte altre 32 chiese all'interno della diocesi. Con il commissario Bertolaso avevamo lanciato il programma "Una chiesa del Natale": di 73 luoghi di culto il 24 dicembre ne saranno praticabili cinquanta». Una consolazione. Ma come vanno le sponsorizzazioni, anzi le adozioni dei monumenti, com'erano state chiamate all'indomani del terremoto? A macchia di leopardo. San Clemente, la chiesa di Casauria che ha subito un crollo parziale della copertura e il danneggiamento del coro, di un ambone, del cero votivo, ha ottenuto i soldi dei World Monument Fund, associazione no profit di New York. e della Fondazione Pescara Abruzzo, una banca. I lavori, già appaltati, partiranno al più presto». E l'impegno degli Stati europei? Quello degli Usa? Aiuti ancora tutti in fase di trattativa. A buon punto quella con la Russia. La Francia si è impegnata pro quota per la chiesa delle Anime Sante. Ma soldi veri e propri, niente? Solo dal Kazakistan abbiamo avuto un versamento nei fondi della Protezione Civile. Un milione e 700 mila euro a favore di San Biagio ad Amiterno. Qui si potrà agire bene perché il tempio gode anche del sostegno di alcune banche italiane, insieme con l'attigua San Giuseppe dei Minimi. Quanto agli altri, i tedeschi stanno trattando per finanziare il restauro della chiesa di Onna. Dagli Usa, invece, ancora niente di concreto. Il bilancio di questi otto mesi la vede ottimista? Per il solo aspetto della messa in sicurezza, sì. Un'operazione che abbiamo realizzato per i due terzi e che concluderemo entro i prossimi quattro mesi. Il sindaco dell'Aquila ricorda che riassestare i beni culturali richiederà 3 miliardi. Che diventano dieci se si parla dell'intera città. Tre miliardi di euro sono una cifra enorme, ma è quello che serve. Altrimenti si vanifica tutto. Che cosa vuol dire? Che senza ulteriori fondi è inutile anche la messa in sicurezza. Lo dice l'esperienza fatta con gli altri terremoti. Facciate puntellate ma non restaurate sono diventate, per assurdo, a loro volta puntelli. A causa delle strutture in legno che nel frattempo sono marcite.