Scalfaro solo oggi ammette: "Sono del Pd"
Finalmente ce l'ha fatta. Dopo anni di silenzio e dopo le accuse di Silvio Berlusconi, Oscar Luigi Scalfaro ha finalmente ammesso di simpatizzare per il Partito Democratico. Insomma l'ex presidente della Repubblica è di sinistra, o se preferite molto, molto vicino alla sinistra. Scalfaro lo ha «confessato» nel corso di Otto e mezzo. Alla domanda se nel suo settennato fosse stato un Capo di Stato di sinistra ha replicato: «Non ho risposto intenzionalmente, perché non credo valide queste polemiche. Anche perché dire a me "di sinistra" o "di destra" sono verniciature dall'esterno che non mi danno fastidio. Non devo rispondere io della vernice che mi mettono addosso. Che si chieda al verniciatore cosa intendesse dire». Poi, però, chiamato a parlare del suo rapporto con il Pd, ha spiegato: «Sono un simpatizzante, perché ci sono degli elementi che condivido totalmente. Fra questi, la democraticità, il rispetto della voce del Parlamento, il rispetto della procedura parlamentare e il non dire mai che il Parlamento è un fastidio o che quelli che discutono rompono l'anima, perché questa è una strada assolutamente sbagliata». A sorpresa, però, Scalfaro ha anche aperto alla possibilità di una legge «salva-premier»: «Non sono per nulla contrario all'ipotesi di un provvedimento che dia una tutela al premier a condizione che non ci sia danno a terzi. Tale provvedimento però non deve sospendere i termini per le chiusure dei processi, perché ci sono persone che se si chiudono i processi sono danneggiate nelle loro richieste e nelle loro attese di giudizio». «Già i processi sono lunghi ed è ingiusto - ha continuato -. Un ministro non può proporre un processo breve e dire "passati due anni, si chiude". Questo non ha senso. Meno male che il ministro (Alfano ndr) non è nella Sanità, e non c'è una campagna per ridurre gli obesi, altrimenti avrebbe fatto un affettato di grassi "inutili". Affinché le cose abbiano un senso occorre poi che nel momento in cui scade l'incarico, per cui viene sospesa un procedura in cui si è coinvolti, bisogna sottoporsi al procedimento. Solo nel momento in cui è finito ci si può ripresentare per essere eletti. Devono essere tutelati i diritti dei terzi».