Silvio torna a casa: "Avanti con più forza"
Sorridente e determinato. Nella sua auto blu blindata, accanto alla fedelissima segretaria Marinella, alle 11.48 Silvio Berlusconi esce dal San Raffaele dopo cinque giorni di ricovero. Il corteo di macchine procede praticamente a passo d'uomo, passando attraverso due lunghe file di giornalisti assiepati all'uscita dell'ospedale. Il premier è ancora dolorante ma, dicono i medici, «sta meglio». Si tratta ora di stare a riposo, «per almeno due settimane». Impresa non facile, visto che anche in questi giorni di degenza, cominciati dopo l'aggressione di domenica pomeriggio in Piazza Duomo, Berlusconi non si è risparmiato dalle telefonate i suoi collaboratori, dalle riunioni con lo staff, dal seguire, seppur a distanza, ciò che stava succedendo a Roma. «Io devo lavorare, sono i cittadini a chiederlo, e io sono determinato ad andare avanti». Ancora ieri, quando il portavoce Paolo Bonaiuti è entrato nella sua stanza di mattina presto, armato di mazzetta di giornali ed elenco delle telefonate ricevute, il premier ha continuato a ripeterlo: «Bisogna andare avanti, come prima, meglio di prima». Lo stesso concetto è il leit motiv della nota diffusa da Palazzo Chigi subito dopo le dimissioni del Cavaliere. Un ringraziamento collettivo per la grande solidarietà ricevuta in questi giorni. Ed è quello che, scrive Berlusconi, rimarrà di tutta questa esperienza: «L'odio di pochi, e l'amore di tanti, tantissimi italiani». Agli uni e agli altri il premier fa una promessa: «Andremo avanti con più forza e più determinazione di prima sulla strada della libertà». In questi giorni di degenza nella struttura ospedaliera di Don Verzè, di affetto il premier ne ha ricevuto tanto, e da tutta Italia: con mail, fax, regali, fiori e telefonate. Qualche signora di mezza età si è anche presentata alla reception del nosocomio, con l'obiettivo di «salutare Silvio». I cancelli del San Raffaele sono stati coperti da cartelloni e bigliettini di «auguri per il presidente». Anche davanti la sua casa di Arcore, dove Berlusconi è rientrato ieri pomeriggio, dopo aver fatto una visita di quattro ore dal suo dentista di fiducia, è stato appeso uno striscione con la scritta «Bentornato a casa Presidente». Quella dal dentista è solo la prima di una serie di controlli medici che ora il premier dovrà fare. Si parla anche di un blitz in una clinica in Svizzera, specializzata in chirurgia estetica «per cancellare ogni traccia dell'incidente». Ma nulla di confermato. Del resto anche il professor Alberto Zangrillo, medico di fiducia di Berlusconi e persona che ha gestito tutta l'emergenza di questi giorni, ha spiegato che «non rimarrà alcuna cicatrice sul viso del presidente del Consiglio». Rimarcando che comunque, ora, l'imperativo è «riposare». Nella visita di ieri, intanto, è stato fatto già un piccolo intervento. La botta avuta, racconta il dottor Massimo Mazza, dentista di fiducia del presidente del Consiglio, «ha avuto un effetto devastante». Berlusconi ha qualche problema a parlare, conseguenza proprio del colpo subito. «Abbiamo cominciato con un piccolo intervento di ricostruzione dell'incisivo, ma ancora è lunga...». L'umore, dicono dal suo staff, è sicuramente quello di un «leone colpito», ma deciso a non mollare ed andare avanti. L'altra sera, si è innervosito ancora una volta guardando la tv, nello specifico la trasmissione de La7 Exit. La notte però, passa tranquilla, poche ore di sonno ma continue. Ieri mattina, dopo aver letto come al solito i giornali molto presto, ha fatto colazione seduto al tavolino della sua stanza (il premier spiegano i medici fa ancora fatica a mangiare a causa soprattutto delle ferite nella bocca), controllo della medicazione che ha sulla guancia sinistra (copre quasi tutto il labbro superiore e parte del naso), dopodiché è iniziata la preparazione per l'uscita dall'ospedale. Non vedeva l'ora di lasciare la stanza al settimo piano del reparto Q, poter in qualche modo ritornare ad una vita normale. In mattinata ha ricevuto anche qualche visita, tra cui anche il segretario del Pri Francesco Nucara. Ad aspettare il Cavaliere davanti la sua residenza milanese c'erano numerose persone, nonostante il freddo e la neve che ieri ha imbiancato il capoluogo lombardo. C'erano anche tanti cronisti, tenuti a debita distanza dagli uomini della sicurezza. Berlusconi è stato accolto dal sindaco di Arcore Marco Rocchini. Lungo abbraccio tra i due, applauso dai presenti, foto dei cronisti. Solo pochi minuti, però. Sono le 15.30, i cancelli si chiudono: per Berlusconi è arrivata l'ora di riposare un po'.