«Se l'Idv non vuole le riforme vuol dire che voterà contro»
Ognivolta che si parla di riforme spunta il suo nome. Inevitabilmente. L'ex presidente della Camera Luciano Violante è il responsabile del forum del Pd che si occupa della Riforma dello Stato, ma soprattutto è l'autore della bozza che tutti, unanimamente, considerano come il punto di partenza per qualsiasi discussione sul tema. Anche se, sottolinea, «non è il Vangelo, può essere modificata e migliorata». Presidente, forse stavolta ci siamo. «Anzitutto vorrei dire che in questa legislatura maggioranza e opposizione hanno fatto delle riforme insieme». Ad esempio? «Il federalismo fiscale, la riforma delle leggi di bilancio e mi auguro che anche la carta delle autonomie possa essere fatta insieme. Inoltre ci sono le due mozioni approvate al Senato che parlano chiaramente della necessità di un testo che modifichi la Carta Costituzionale e che sia condiviso dalla "più ampia maggioranza parlamentare"». Berlusconi, però, vi ha posto una condizione. Siete pronti a prendere le distanze dai «fomentatori di violenza»? «Io credo che il rapporto sulle forze politiche si costruisce in relazione ai contenuti. E quindi non possono esserci pregiudiziali. Noi non possiamo chiedere al Pdl di rinunciare al rapporto con la Lega e loro non possono chiederci di fare la stessa cosa con l'Idv. Non stiamo costruendo un governo o tessendo delle alleanze. Stiamo lavorando a delle riforme che servono al Paese». Il fatto è che Di Pietro non sembra troppo convinto di dialogare con il centrodestra. «E allora significa che non farà le riforme e voterà contro. Lo ripeto, bisogna ragionare sui contenuti e, in base a quelli, vedere chi ci sta e chi no. Ma non possono esserci pregiudiziali politiche». Quindi voi andrete comunque avanti? «Le riforme costituzionali si fanno insieme e questo lavoro deve essere distinto dalla battaglia quotidiana. L'importante è non farsi distogliere dalle inevitabili temperie che ci saranno». Quanto ha influito ciò che è accaduto in piazza Duomo su questo cambiamento del «clima politico»? «Io credo che ciò che è accaduto a Milano abbia fatto crescere la consapevolezza della drammaticità del momento. Abbia fatto capire che così non si può andare avanti». Significa che siete pronti a riformare anche la giustizia insieme al Pdl? «Anzitutto ribadiamo la nostra più assoluta contrarietà a leggi ad personam. Io credo che una volta rafforzati e riformati i poteri e le funzioni del Parlamento e del Governo, ci potremo discutere del rapporto giustizia-politica e lavorare sullo statuto costituzionale della magistratura. Ovviamente nel rispetto della sua indipendenza». E la legge elettorale? «Per noi è un punto centrale, ma non si tratta di una riforma costituzionale. Io credo che, se riusciremo a portare a compimento questo percorso sarà inevitabile modificarla».