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Massimo D'Alema sbatte la porta in faccia ad Antonio Di Pietro spiegando come il suo sia un populismo del tutto speculare a quello di Berlusconi.

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Quindi,il presidente di Italianieuropei lascia uno spiraglio aperto alla possibilità di una non ostilità al provvedimento relativo al cosiddetto «legittimo impedimento», ovviamente nella versione su cui già hanno fatto convergenza Pdl e Udc. Rilancia infine l'ipotesi di collaborare insieme sulle riforme. L'intervista rilasciata dal leader della sinistra italiana al Corriere della Sera rappresenta tout court un passaggio cruciale in questi giorni che seguono il ferimento al volto del premier. L'impressione che dal dolore possa nascere un'opportunità politica per il Paese trova in quelle parole una conferma. Talmente esplicita che il principale sito di informazione politica ed economica, quale ormai è diventato Dagospia, l'ha definita «inciucio Massimo». Ovviamente, è una lettura maliziosa ma paradossalmente più centrata rispetto ai commenti che sono venuti dagli esponenti del Pdl. Persino Sandro Bondi, politico sempre attento e sensibile, ha sentito bisogno di attaccare D'Alema. Se voleva proteggerlo dalle accuse della sinistra di tramare con il Cav, ha fatto bene. Ma se davvero ha pensato che l'intervista era un altro banale calcio dell'asino al premier, allora forse ne ha dato una lettura superficiale. Silvio Berlusconi, per parte sua, senza fare nomi, ha spiegato di apprezzare quei leader dell'opposizione che hanno saputo rinunciare ai toni più esasperati. Non bisogna essere mago Otelma per presumere che si riferisca a Bersani-D'Alema e a Casini. Lo stesso leader dell'Udc, in una complessa intervista a Repubblica, ha concesso un'apertura non irrilevante al presidente al Consiglio. E in effetti il dialogo fra centristi e pidiellini si è riaperto sia sul dossier giustizia che su quello delle regionali. L'ipotesi che il Parlamento possa in tempi relativamente rapidi approvare un provvedimento che protegga istituzionalmente il titolare di Palazzo Chigi dai processi, non è quindi campata in aria. L'opposizione ci sarà, le barricate forse non troppe. Si tratterebbe, a ben vedere, di un grande risultato per Berlusconi. Il quale però deve aver ben chiaro qual è la richiesta che giunge dai pontieri dell'Udc e del Pd: le riforme e, va da se, una legislatura che abbia la sua durata naturale. Legittimo impedimento e riforme possono in questo senso essere considerate due facce della stessa medaglia. Quanto detto da D'Alema e quanto fatto da Casini (sul provvedimento della giustizia) è inequivocabile, nonostante i polemisti del Pdl. Ora sulle riforme tocca a Berlusconi dare la prova che fa sul serio.

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