La nuova stagione del partito di Silvio
Leparole di ieri del sindaco di Roma Gianni Alemanno, «è tornato il sereno del centrodestra», fanno testo di questo mutamento repentino del clima complessivo che regola i rapporti tra l'ex Forza Italia e l'ex Alleanza nazionale. Fini e Berlusconi sono tornati a parlarsi, e questo può contribuire a risolvere molti problemi di stabilità del PdL. Lo si è visto nella convulsa giornata parlamentare inaugurata dal discorso sopra le righe di Fabrizio Cicchitto alla Camera e terminata con le parole dure di Fini contro la blindatura della Finanziaria: il presidente della Camera ha alzato la cornetta e ha chiamato Berlusconi per chiarire le sue perplessità sui falchi del centrodestra e sul pericolo di surriscaldare inutilmente l'atmosfera politica. L'incontro tra gli ex dirigenti di An e, soprattutto, il comunicato dell'Ufficio di presidenza del PdL, che contiene l'appello a una pax democratica tra i principali partiti e il rinvio della discussione della legge sulla cittadinanza, tra i motivi di attrito nel centrodestra, fanno riassunto di istanze diverse e sono ispirati alla volontà di tracciare una riga tra un prima e un dopo nella vita del PdL e dunque della maggioranza. In questi passi significativi sta, forse, l'ammissione di una responsabilità collettiva per lo spettacolo poco godibile di rissosità che ha offerto il PdL da giugno in poi, e la contemporanea constatazione che, se Berlusconi è leader indiscusso del centrodestra, Fini ne è un imprescindibile punto di riferimento politico. I due, prossimi a nuovi colloqui telefonici, si rivedranno a breve, il tavolo di lavoro per discutere la fisionomia futura del PdL e la strategia politica della maggioranza e del governo è stato apparecchiato finalmente con i giusti commensali. Ieri Berlusconi, lasciando l'ospedale, ha detto che il suo dolore non sarà inutile se servirà a cambiare i toni della politica. Se fosse funzionale a cambiare i toni della discussione interna al PdL, sarebbe già una grande conquista. Angelo Mellone