Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

La mamma di Chiara: "Giustizia non è fatta"

Esplora:
Alberto Stasi

  • a
  • a
  • a

Sono pronti a ricorrere in Appello Rita e Giuseppe Poggi, i genitori di Chiara. Lo hanno detto al termine della lettura della decisione del Gup affiancati dal loro avvocato Gianluigi Tizzoni. «Giustizia non è fatta - ha detto la mamma - noi continueremo a cercare la verità per nostra figlia, è il nostro dovere». Alla domanda se ritenesse la sentenza un aiuto al loro desiderio di giustizia sul delitto ha risposto «Mi pare di no».   Quanto al loro giudizio attuale su Alberto i genitori di Chiara hanno ribadito di aver «preso atto di come si siano svolte le indagini». E ha sottolineato: «Sono andate in un certo senso». Anche il padre della vittima, prima di ringraziare il giudice per questa decisione «difficile» e gli inquirenti, ha ribadito che accetta la sentenza pur nella decisione di impugnarla. «È un primo passo, un tassello, ci sarà l'Appello». In ogni caso ha chiarito che è troppo presto per un eventuale riavvicinamento con Stasi, ma «alla fine, se ci sarà un altro colpevole», è possibile. Più cauto l'avvocato della famiglia, Gian Luigi Tizzoni: «Probabilmente faremo appello. «Leggeremo le motivazioni del giudice e valuteremo». Il legale aveva chiesto come risarcimento danni 10 milioni di euro per la famiglia della vittima. Insomma, una sentenza di primo grado con la giustizia offuscata da troppe ombre. Restano solo le cifre a confermare un quadro deprimente sul piano investigativo: 4 giorni in cella per Stasi e 23 udienze in 10 mesi. Tanto è servito per arrivare alla sentenza di primo grado. L'iscrizione di Alberto Stasi nel registro degli indagati per omicidio volontario risale al 20 agosto 2007. Il ragazzo venne interrogato per nove ore, ma restò libero. Il 24 settembre 2007 al pm Rosa Muscio arriva una relazione del Ris di Parma secondo la quale ci sarebbe sangue di Chiara sulla bici di Alberto. Da lì la firma sul provvedimento di fermo, ma il fidanzato della vittima resta in carcere solo quattro giorni perché il gip non convalida e lo rimette in libertà. Il processo comincia il 24 febbraio 2009 con l'udienza preliminare, davanti al gup Stefano Vitelli, finalizzata a valutare la richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla Procura. Il 30 aprile, alla quarta udienza del processo vero e proprio, è già prevista la sentenza, ma arriva un secondo colpo di scena: invece di uscire dalla camera di consiglio con una condanna o un'assoluzione Vitelli chiede quattro perizie super partes per colmare «alcune significative incompletezze d'indagine», un sopralluogo in casa Poggi e l'audizione di alcuni testimoni. È una tappa che di fatto riapre il processo. La discussione in aula delle perizie comincia il 24 ottobre e finisce il 21 novembre. Stasi sa già di avere l'assoluzione in tasca. Mar. Coll.

Dai blog