Berlusconi: "Il mio sangue serva a cambiare la politica"
Una degenza più lunga del previsto. Dopo cinque giorni al settimo piano del San Raffaele Silvio Berlusconi torna a casa. Lascia l'ospedale con il viso coperto dalle bende e gli occhi ridenti, dopo una notte senza dolori. «Mi rimarrà l'odio di pochi e l'amore di tantissimi italiani». «Il presidente deve riposare. Nessuna attività istituzionale per almeno 15 giorni». È il tam tam che ripetono tutti nello staff di Berlusconi. È però un augurio più che una certezza. Non è un caso se il suo portavoce Paolo Bonaiuti continua a dire che «bisognerà legarlo con i canapi per tenerlo fermo». Da qui a Natale, intanto, nell'agenda del premier qualche appuntamento c'è: certo poca roba rispetto alle intense giornate programmate in origine. Già questo pomeriggio a varcare i cancelli di Arcore sarà il capo della Protezione civile Guido Bertolaso. Poi domani potrebbe arrivare anche il «vecchio amico» Umberto Bossi, per una cena natalizia con altri esponenti della Lega e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Intanto, a sentire i suoi più stretti collaboratori, lo spirito con cui il presidente del Consiglio ha lasciato ieri l'ospedale è da ricercare nella nota diramata da Palazzo Chigi subito dopo le dimissioni dal San Raffaele. Parole che il premier avrebbe scelto ad una ad una per descrivere il suo stato d'animo e il suo progetto politico. «In questi giorni ho sentito vicini anche alcuni leader politici dell'opposizione. Se da quello che è successo deriverà una maggiore consapevolezza della necessità di un linguaggio più pacato e più onesto nella politica italiana, allora questo dolore non sarà stato inutile». Ed aggiunge: «Alcuni esponenti dell'opposizione sembrano averlo capito: se sapranno davvero prendere le distanze in modo onesto dai pochi fomentatori di violenza, allora potrà finalmente aprirsi una nuova stagione di dialogo». Quelle righe messe nero su bianco, spiegano dallo staff del presidente, nascono innanzitutto dal desiderio di Berlusconi di ringraziare i «tantissimi italiani» che hanno dimostrato solidarietà e amore nei suoi confronti. Quell'amore che anche domenica pomeriggio in Piazza Duomo, poco prima di essere aggredito da Massimo Tartaglia, ha sottolineato essere come «l'arma vincente sull'odio e le calunnie». Nella nota però ci sono anche le riflessioni del premier sul momento politico. A cominciare dal mettere un suggello alla proposta lanciata a Pd e Udc dall'ufficio politico del Pdl di mercoledì pomeriggio: un "patto democratico" tra le maggiori forze politiche che apra una stagione nuova. Una stagione che senza alcun dubbio sarà quella delle riforme. Si andrà avanti, spiega il premier. E questo sia con l'appoggio dell'opposizione che senza. Perché «sono gli italiani a chiederle». In primis, quella della giustizia. Il premier torna ad Arcore, con la prescrizione dei medici di assoluto riposo. Chissà se ci riuscirà sul serio visto che tra le visite previste, quelle che dal suo staff vengono messe sotto la voce «non confermate», c'è anche quella del presidente della Camera Gianfranco Fini. Un faccia a faccia di cui si parla già da un po', senza alcun esito. I due si sono visti lunedì mattina, quando Fini è andato a trovare Berlusconi al San Raffaele. Ma questo è un capitolo a parte. L'incontro vero, quello politico-chiarificatore-organizzativo deve ancora avvenire. Chissà quando. Appena arrivato ad Arocore ieri, dopo un po' di riposo, sono partite le telefonate. Berlusconi ha sentito un po' di uomini del Pdl dando loro appuntamento in questi giorni. Tra loro anche Maurizio Lupi, con il quale il premier si è informato sulla puntata di Annozero, andata in onda ieri sera, a cui era presente proprio Lupi, e anche il leader dell'Idv Antonio Di Pietro. L'ennesimo attacco nei miei confronti, avrebbe ragionato il Cavaliere, che non fa altro che fomentare il clima di odio contro di me.