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La proposta che stamattina sarà discussa dal Consiglio dei Ministri «non prevede alcuna legge speciale né reato specifico».

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Unastretta contestata duramente dall'opposizione, ma anche da parte della maggioranza con il presidente della Camera Gianfranco Fini che aveva sottolineato come non ci fosse «necessità di norme aggiuntive ma solo dell'applicazione di quelle che ci sono». E così sarà. Non solo, spiega Maroni, nei provvedimenti allo studio «non c'è alcun intento censorio da parte del governo» tanto che le norme non saranno inserite in un decreto, come inizialmente ipotizzato, ma in un disegno di legge, «per consentire al Parlamento di discutere di una materia così delicata». Insomma, dal Viminale sembra arrivare un deciso cambio di rotta. Anche alla luce dei segnali arrivati dal Capo dello Stato (ieri sera Maroni è salito al Colle per presentare il provvedimento ndr) che non avrebbe accolto positivamente il decreto. Intanto, fonti del ministero, fanno sapere che in Cdm dovrebbero arrivare due proposte, entrambe composte da 3 articoli. La prima prevederebbe, per quanto riguarda il web, l'attribuzione all'autorità giudiziaria del compito di notificare la rimozione di contenuti in cui sono ravvisabili l'istigazione a delinquere e l'apologia di reato direttamente all'autore, che ha 24 ore di tempo per rimuoverne il contenuto. Scadute le 24 ore scatta una sanzione pecuniaria. Se non c'è stata la rimozione, la notifica viene rivolta al gestore del sito, che ha 72 ore di tempo per rimuovere. In questo caso se non ottempera all'ordine del magistrato, la sanzione prevista è la chiusura del sito per un periodo non superiore a 30 giorni. Nella seconda, invece, la notifica verrebbe inviata direttamente al gestore del sito. Gli altri due articoli riguardano invece, sempre secondo quanto si apprende, la regolamentazione delle manifestazioni. Viene esteso a tutto l'anno il divieto di svolgimento di manifestazioni contrapposte nella stessa piazza (ora valido solo nei 30 giorni che precedono le elezioni) e si introducono i reati di impedimento o turbativa di riunione politica o sindacale - quando cioè si pongono in essere attività che ne ostacolano il regolare svolgimento - punito con il carcere da 1 a 3 anni, e il reato di lancio di oggetti o altri corpi contundenti in caso di riunione pubblica, con una pena che va da 6 mesi a 2 anni. «Noi vogliamo rasserenare il clima ed evitare forzature che non sono opportune in questo momento» sottolinea che aggiunge: «Proprio per questo, dopo aver ascoltato vari esponenti dell'opposizione, non ho obiezioni che si proceda con un disegno di legge in modo da consentire al Parlamento di discutere in una materia così delicata».

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