Maroni: questo clima d'odio genera emulazione

"Nessun rilievo può essere mosso ai responsabili dell'ordine pubblico milanese, i dispositivi attuati hanno anche consentito di sventare un tentativo di violenta contestazione al presidente del Consiglio proprio sotto il palco". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, riferendo alla Camera dell'aggressione subita dal premier.  "La gravità dell'episodio - ha spiegato - mi ha indotto ad incontrare personalmente i responsabili delle forze dell'ordine, per verificare se il sistema di gestione dell'ordine pubblico durante la manifestazione fosse stato predisposto in modo adeguato, secondo le regole che vanno rispettate in casi del genere: dopo questo incontro mi sono convinto che ciò sia avvenuto". A Milano rispettate tutte le misure di sicurezza - "Ho chiesto al capo della polizia e al questore di Milano di fare immediati accertamenti sui due testimoni citati da una trasmissione televisiva con ampia enfasi. Una volta in questura, però, i due testimoni si sono rifiutati di firmare il verbale, e inoltre hanno spiegato che avrebbero contattato un agente di polizia per dirgli solo che c'era una 'persona matta' che disturbava i passanti, senza fare riferimento a frasi su Berlusconi". Così Maroni risponde alla puntata di ieri di "Striscia la Notizia" che denunciava la possibilità che l'assalto potesse essere evitato se le forze dell'ordine avessero dato ascolto ad alcune segnalazioni. Il clima d'odio genera emulazione - Per quanto riguarda il clima politico italiano il ministro dell'Interno ha sostenuto che  "l'asprezza dei toni che la dialettica politica ha recentemente assunto e la progressiva, crescente campagna contro la persona del presidente del Consiglio, che in molti casi travalica le regole del legittimo confronto democratico, finisce spesso per innescare una pericolosa spirale emulativa". Basta violenza su Facebook - Per contrastare il clima di violenza che si respira in diversi ambiti della società, il governo interverrà per porre fine a quella che è "una vera e propria istigazione a delinquere" attraverso internet, "con effetti che tutti, purtroppo, abbiamo visto". Infatti il ministro dell'Interno Roberto Maroni ribadisce, nel corso dell'informativa alla Camera che la maggioranza sta studiando provvedimenti per oscurare quei gruppi e quei siti che sulla rete utilizzano linguaggi violenti. La scintilla, come è noto, è il fatto che subito dopo l'aggressione a Berlusconi a Milano, ha sottolineato infatti Maroni, è "ripresa la proliferazione sui social network, come Facebook, di gruppi che inneggiano all'aggressione del premier. E, come già accaduto in passato, incitano alla violenza nei confronti" del premier. Dunque "stiamo valutando ogni possibile iniziativa legislativa per procedere all'oscuramento di quei siti che diffondono messaggi di vera e propria istigazione a delinquere, con effetti che tutti, purtroppo, abbiamo visto". Non dannegiare gli utenti "normali" - Un lavoro non facile, ammette il titolare del Viminale, perchè va ad incidere sulla libertà personale dei cittadini e sul diritto alla privacy. "Finora - ha detto - i tentativi in sede parlamentare di introdurre nel nostro ordinamento norme efficaci in tal senso, hanno dovuto segnare il passo rispetto alle difficoltà di individuare interventi mirati ad oscurare solo i gruppi che pubblicano messaggi violenti, senza coinvolgere la generalità degli utenti del social network che usano la rete per fini assolutamente leciti". Ecco quindi la necessità di individuare, assieme alla polizia postale e ai responsabili del social network, "soluzioni idonee e compatibili con tali esigenze", da portare già al prossimo Consiglio dei ministri.