Berlusconi colpito al volto da un souvenir del Duomo lanciato da un folle
Nonsono nessuno». Questo avrebbe gridato ieri Massimo Tartaglia, 42 anni, agli uomini della sicurezza che lo portavano via da piazza Duomo. Sarebbe stato proprio lui, invece, per gli inquirenti, a lanciare da due metri di distanza una statuetta in ferro del Duomo contro il volto del premier. Ma il suo gesto, per il quale è accusato di lesioni pluriaggravate dalla qualifica di pubblico ufficiale di Berlusconi e dalla premeditazione (nelle sue tasche c'era spray urticante al peperoncino e un'altra statuetta raffigurante il crocifisso), sarebbe comunque un episodio isolato frutto di uno squilibrato. Tartaglia avrebbe infatto confidato al procuratore aggiunto Spataro che lo ha interrogato nel tardo pomeriggio, di essere da 10 anni in cura presso il Policlinico di Milano per problemi mentali. Tartaglia non ha precedenti penali, solo un ritiro della della patente legato a questioni di viabilità. Risiede nell'hinterland milanese, in una palazzina abitata da sei famiglie. È sposato, con un figlio, e avrebbe lavorato in passato come consulente per un'agenzia privata d'investigazioni. Tartaglia è oggi titolare di un'azienda di elettronica a gestione familiare insieme a suo padre e a un terzo socio. Ciò è stato confermato da una vicina di casa interpellata al citofono dai cronisti. La sua società, però, secondo indiscrezioni, negli ultimi mesi sarebbe stata in difficoltà economiche. L'uomo è stato interrogato fino a tarda sera in questura, da dove le forze dell'ordine hanno escluso che possa essere legato a organizzazione antagoniste conosciute o a gruppi politici di alcun tipo. Non si tratterebbe dunque di un gesto politico ma motivato solo da gravi disturbi psichici. Nei concitati attimi che hanno seguito il lancio della statuetta, Tartaglia è stato bloccato in pochi secondi dagli agenti che per prenderlo hanno dovuto scavalcare le transenne di ferro oltre le quali si trovava al momento dell'aggressione. Tartaglia, secondo una prima ricostruzione dell'accaduto, si trovava in seconda fila. Per imprimere slancio e forza all'oggetto si sarebbe inerpicato sulle spalle delle persone in prima fila. Gli agenti che lo hanno bloccato tra la folla hanno dovuto anche metterlo al riparo da un principio di linciaggio. I presenti hanno infatti tentato di colpirlo con schiaffi e pugni sulla testa. Ieri sera tardi, intanto, è scattata anche una perquisizione nell'abitazione dell'uomo che è stato arrestato.