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Udc all'8%: indispensabile per il Pd

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Invista delle elezioni regionali, scaldano i motori le società di sondaggi. È ancora presto per mettere nero su bianco percentuali ma gli istituti di rilevazioni sono già al lavoro e tengono d'occhio ogni più piccolo spostamento nel quadro politico come quello dell'Udc o come le scosse sismiche legate al duello tra Berlusconi e Fini. Il presidente della Camera diventa l'osservato speciale anche per valutare la sua forza in caso di fuoriuscita dal Pdl, con una forbice tra i vari istituti che lo pone da un minimo del 3% fino al 10%. L'Swg registra una tendenza alla «ripresa» per il centrosinistra: «Rispetto ad alcuni mesi fa -sottolinea l'ad Maurizio Pessato- c'è un'impressione meno sfavorevole per il centrosinistra, che sembrava sottoscacco un pò dappertutto». Nel mirino dei sondaggisti finiscono le mosse di Casini: per il centrosinistra, un'alleanza con l'Udc «in molte zone risulterebbe determinante». Presto, invece, per Swg definire il peso di un polo centrista con l'Udc e l'Api di Francesco Rutelli: «È materia ancora da addetti ai lavori, da Palazzo», risponde Pessato. Quanto a Fini anche Renato Mannheimer dice la sua: «Riscuote molti consensi tra gli elettori di sinistra e meno in quelli di centrodestra. Il suo peso si può valutare tra il 7,5% e il 10%, forse un pò meno». Anche per il direttore di Ipr Marketing, Antonio Noto, la situazione è ancora confusa: «La differenza tra le due coalizioni si attesta intorno al 4-5%: questo fa capire perchè è importante sapere dove si schiera l'Udc, che oggi valutiamo all'8%». E conclude: «Anche se in discesa, il Pdl mantiene un gradimento del 34-35%, con la Lega all'11%». 31%.

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