Giuseppe Grifeo Sussidiarietà, sostegno al precariato e alle famiglie, coinvolgimento dei lavoratori nell'impresa, centralità dell'uomo, riconciliazione nazionale.
Orgoglionon fine a se stesso, ma recupero di valori e direttive morali che hanno formato la società italiana da sempre e che oggi devono essere recuperati per vincere la crisi e costruire il futuro. Situazione ritratta, anche se con diverse sfumature, da monsignor Arrigo Miglio, presidente della Commissione Cei per i problemi sociali e il lavoro, Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc, Raffaele Bonanni, segretario generale Cisl, Enrico Letta, vicesegretario nazionale del Pd, Carlo Costalli, presidente nazionale Mcl. «È necessario continuare in una politica di sostegno al precariato, ai cassintegrati, alle persone che rischiano di rimanere senza ammortizzatori sociali» ha sottolineato monsignor Miglio. Non bisogna dimenticare attori importanti, ha continuato Miglio, «il ruolo della piccola e media impresa che è quella più in difficoltà». In ultimo, il Mezzogiorno dove in alcune zone la disoccupazione giovanile giunge «anche al 40 per cento: è un danno economico ma anche esistenziale». Non manca l'invito ai cattolici di lavorare unitariamente e dal prendere le distanze «dal clima esasperato di veleni e di divisioni che sembra caratterizzare il mondo politico del nostro Paese. Il clima litigioso non solo nuoce al bene comune, ma nasce anche dalla dimenticanza del bene comune». Sul problema Mezzogiorno si è inserito Costalli: «Il Sud non ha bisogno di scelte assistenziali, né di valutazioni microeconomiche che non servono a colmare il gap con il Nord. Diciamo sì alla banca per il Mezzogiorno, così come al ponte sullo Stretto, opera più che necessaria». «I nostri genitori sono riusciti a realizzare alcune grandi aspirazioni, come dare più opportunità ai propri figli - ha sottolineato Casini - ma nei prossimi anni le giovani generazioni riusciranno a fatica a mantenere tutte le nostre conquiste sociali ed economiche». «Bisogna essere realisti, siamo in una situazione difficile, non servono vuoti ottimismi resi in spot pubblicitari - ha continuato il leader dell'Udc - Servono grandi riforme. Chi governa il Paese deve risolvere nodi importanti evitando spot che amplificano allarme e conflittualità. C'è bisogno di una riconciliazione nazionale». «La politica deve smettere di essere una guerra civile - ha sottolineato Enrico Letta - fatta di delegittimazioni reciproche e collettive e deve tornare a essere capace di costruire cattedrali. Fondamentale oggi un'economia sociale e la sussidiarietà, rinnovato sostegno alla famiglia. L'anno scorso c'era il bonus famiglia, oggi non c'è nessun incentivo e il messaggio che diamo alle famiglie è uno: di disperazione». Duro attacco a Epifani da parte di Raffaele Bonanni che accusa il leader della Cgil «di pensare che compito del sindacato sia solo quello di organizzare scioperi, soprattutto durante una crisi, mettendo così in ginocchio le aziende. Le piazze, poi, di questi tempi si riempiono di politici e di giovinastri in cerca di violenza». «Chiederemo di stringere le aliquote sui lavoratori e sui pensionati - ha proseguito Bonanni - Occorre un fisco più equo, in grado di tutelare salari e pensioni, di rilanciare l'economia e contribuire, così alla coesione sociale. Vogliamo sfoltire la selva di norme esistenti e dirottare il fisco sugli aiuti alle famiglie. Con la Uil poi diciamo basta alle continue richieste al governo di una restituzione dei soldi. Chiediamo, invece, un federalismo fiscale diverso: comuni e regioni stampano tasse senza neppure dire a che cosa servono. Tutto questo e altro sarà oggetto della nostra iniziativa del 15 dicembre». Dopodomani infatti sul tema di un fisco equo si riuniranno gli organismi direttivi nazionali di Cisl e Uil insieme, fra gli altri, al ministro Tremonti e al presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia.