La Finanziaria è pronta a tagliare i fondi agli enti locali? Loro non ci stanno e annunciano battaglia
Questoè il clima che si è respirato ieri mattina al convegno di Roma dalla confederazione Legautonomie-Uncem durante la quale i rispettivi presidenti Oriano Giovanelli e Enrico Borghi hanno posto le basi per giungere a una razionalizzazione delle spese senza però esautorare le amministrazioni locali. «Cominciamo con il mettere sottolineare quanto costa il centralismo così almeno ci togliamo di mezzo un po' di demagogia - tuona Giovanelli. Valutiamo quanto costano i ministeri che a fine anno non sanno come impegnare i soldi e li impegnano tanto per fare pur di non doverli restituire alla Ragioneria dello Stato». Un attacco agli sprechi fatti ai vertici dello Stato che «il Governo - continua il presidente - ritiene di sanare tagliando il sistema delle autonomie considerato solo un costo e non una ricchezza della nostra Repubblica». Ed è proprio Borghi, presidente di Uncem (Unione nazionale comunità montane), a esemplificare la denuncia: «Chi pagherà gli stipendi ai seimila dipendenti delle comunità montane il 27 gennaio e che fine faranno, ad esempio, gli operai forestali della Campania che oggi dipendono dalle comunità montane?. C'è grande disagio da parte degli amministratori di tutti gli schieramenti per l'imposizione di diktat statali lesivi delle autonomie municipali. Dai sindaci del Nord agli amministratori del Mugello arriva un chiaro segnale di preoccupazione per il modo assunto da Anci e Upi in questo frangente». Infatti, quello che la Confederazione imputa alle due associazioni («private» tengono a sottolineare gli organizzatori), è di non essere state in grado di fare fronte comune contro i tagli e per questo parte un ultimo appello: «Partecipino con noi alla manifestazione di domani (oggi, ndr) a Roma per rilanciare la questione del riassetto del sistema delle autonomie che parta da un accordo tra istituzioni-Stato, Regioni ed enti locali.