L'Italia è già paese ad alta densità di centrali atomiche
Sarà forse psicologicamente tranquillizzante sapere che nel proprio territorio non ci sono reattori nucleari. Ma l'Italia, pur avendo rinunciato per referendum all'energia prodotta dall'atomo, di centrali è come se ne avesse costruite già molte. Ventisette per la precisione. Già, attorno ai confini del Paese e in un raggio di 200 chilometri sono altrettanti i siti nucleari che lavorano a pieno ritmo. Un potenziale di generazione elettrica pari a circa 24 mila Megawatt di potenza dietro la porta di casa. Che se rende più forti i nostri partner comunitari dal punto di vista degli approvvigionamenti energetici e dei costi, lascia all'Italia solo i possibili ed eventuali pericoli di fughe e contaminazioni. Insomma nessun vantaggio e solo rischi. Che derivano dal fatto che gli impianti vicini non sono nemmeno delle ultime generazioni. Basta pensare, ad esempio, alla centrale svizzera di Beznau a nord di Berna. I due reattori che la compongono sono del 1969. Ora se la precisione e la meticolosità degli svizzeri non è messa in discussione ma il fatto che la tecnologia utilizzata nella centrale abbia più di 40 anni qualche piccola preoccupazione la dovrebbe dare. Non solo. Al confine italiano con la Francia è operativo dal 1973 il Phenix. Alzando lo sguardo poco più a nord si possono intravvedere i 4 reattori di Tricastin, gli altrettanti di Cruas, i 2 Saint Alban e i 4 di Bugey. Siti creati tra il '78 e l'85 che fanno del confine Ovest dell'Italia un balcone privilegiato per vedere quanto i transalpini abbiano puntato sul nucleare. Con vantaggi importanti in termini di costi e di export. Buona parte dei chilovattora creati in Francia vengono venduti al vicino italiano. Complessivamente ben il 12% del fabbisogno di energia italiana arriva dalle centrali nucleari straniere. Parigi ha buoni rapporti con Roma ma è chiaro che il compratore di una merce così strategica come l'energia sia sempre soggetto alle condizioni del venditore. Così se per il petrolio dipendiamo direttamente dai paesi arabi la nostra dipendenza energetica continua ad essere veramente pesante sul versante dell'elettricità.