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"In Italia c'è il partito dei giudici"

Il premier Silvio Berlusconi

Napolitano: "Attacco violento"

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E' di nuovo scontro politico duro tra i due co-fondatori del Popolo della libertà, Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. Il presidente del Consiglio, dal congresso del Ppe a Bonn, afferma: "Abbiamo una maggioranza coesa e forte e un premier super. C'è una sinistra che ha attaccato il presidente del Consiglio su tutti i fronti, inventandosi delle calunnie. Chi crede in me è ancora più convinto. Tutti si dicono: "Dove si trova uno forte e duro con le palle come Silvio Berlusconi?". "La sovranità in Italia - ha affermato il premier - è passata dal Parlamento al partito dei giudici, ma è una situazione transitoria, stiamo lavorando per cambiare la situazione anche attraverso la riforma della Costituzione". Duro il giudizio sulla Consulta: "11 componenti su 15 appartengono alla sinistra", anche perché cinque "li nomina il Presidente della Repubblica e abbiamo avuto purtroppo tre Presidenti della Repubblica consecutivi tutti di sinistra. La Corte si è trasformata da organo di garanzia in organo politico e abroga le leggi fatte dal Parlamento". Netta la presa di distanza del presidente della Camera: "E' certamente vero che 'la sovranità appartiene al popolo', ma il Presidente del Consiglio non puo' dimenticare che esso 'la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione' (art. 1). Ed e' altresi' incontestabile che gli articoli 134 e 136 indicano chiaramente il ruolo di garanzia esercitato dalla Corte costituzionale. E' la ragione per la quale le parole di Silvio Berlusconi, secondo cui la Consulta sarebbe un organo politico, non possono essere condivise; mi auguro che il premier trovi modo di precisare meglio il suo pensiero ai delegati del congresso del Ppe per non ingenerare una pericolosa confusione su quanto accade in Italia e sulle reali intenzioni del Governo". A fianco del premier si schiera il leader del Carroccio, Umberto Bossi: Berlusconi "è l'unico che ha le palle ed  è l'unico che non sia molto preoccupato dalla giustizia". Per il segretario Pd, Pier Luigi Bersani: "I popolari europei hanno avuto modo di constatare direttamente cos'é il rischio di populismo. Sono convinto che anche loro se ne preoccuperanno, perché il centrodestra in Europa sa bene cos'é una Costituzione, cosa vuol dire picconare una Costituzione e a quali esiti può portare". Il presidente Udc, Rocco Buttiglione rileva: "Non fa bene all'Italia il trasferire in ambito europeo le vicende della nostra politica e quelle personali del presidente del Consiglio. Conferma l'immagine dell'Italia come un paese di Pulcinella. Preoccupa l'annuncio di voler cambiare la Costituzione per colpire la magistratura. In questo modo il dialogo sulle riforme non va avanti". Secco  il giudizio del leader Idv, Antonio Di Pietro: "Il presidente del Consiglio sta stracciando la Carta costituzionale, prima rendendo inutile il ruolo del Parlamento e ora volendo abrogare anche la Corte costituzionale. Se non e' dittatura questa, cos'altro deve succedere in Italia per avere il ritorno del fascismo?".

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