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Nessun accordo con il Pd Casini frena, ora vede Berlusconi

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Pierferdinando Casini (Udc)

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Il vicecapogruppo dell'Udc alla Camera Michele Vietti sta rientrando in Italia dopo aver trascorso qualche giorno all'estero. Risponde al cellulare parlano quasi sottovoce: «Mi sto imbarcando chi è?» Onorevole, scusi il disturbo, ma è vero che Udc e Pd hanno siglato un pre-accordo in vista delle Regionali del 2010? «Allo stato attuale non esiste niente. Mi dispiace, ma devo lasciarla». Basterebbe questo fugace scambio di battute per capire quanto complicata sia la partita in vista dell'appuntamento elettorale che, a marzo, chiamerà alle urne gli abitanti di ben 13 Regioni italiane. A rendere impervia la strada sono soprattutto le difficoltà interne a Pd e Pdl che condizionano in maniera decisiva le possibili alleanze. Pier Luigi Bersani sa che per evitare la debacle ha bisogno tanto dell'Idv di Di Pietro che dell'Udc di Casini, ma mettere insieme le due cose non è affatto facile. Mentre più agevole appare il compito del Pdl che, con le giuste candidature, potrebbe facilmente conquistare l'appoggio dei centristi. Anche se, a complicare le cose, negli ultimi giorni, ci si è messo il governatore Raffaele Lombardo che, in Sicilia, corteggia i Democratici usandoli come arma di pressione nei confronti del Pdl. Ma l'ago della bilancia, soprattutto nelle Regioni più in bilico, è sicuramente Casini.   L'obiettivo dell'Udc, spiegano a via due Macelli, è quello di stringere alleanze con il centrodestra in numero pari a quelle con il centrosinistra. Un'equidistanza necessaria per chi continua a proclamarsi «alternativo» ai due schieramenti. E comunque, dicono i beni informati, «se Pd e Pdl non hanno fretta di chiudere, perché dovremmo averne noi». Infatti, scendendo nel dettaglio, sono ancora molti i nodi da sciogliere. In Piemonte (dove Vietti rappresenta l'uomo forte dei centristi) Mercedes Bresso è la candidata ufficiale del Pd con tanto di sito già disponibile, ma l'Udc non è entusiasta e sta ancora trattando.   In Liguria il partito di Casini ha fatto sapere da tempo che non correrà da solo, altamente probabile che sostenga il governatore uscente Claudio Burlando (Pd). A fine novembre, infatti, il segretario genovese dell'Udc Umberto Calcagno, favorevole ad un accordo con il centrodestra, è stato rimosso dall'incarico. E comunque il segretario regionale Rosario Monteleone è pur sempre un ex Margherita. In Puglia tutto si è complicato alla luce del braccio di ferro tra Pd e Nichi Vendola. I centristi, contrari alla riconferma del governatore, stanno alla finestra e guardano. Nelle Marche, invece, difficile si arrivi ad un accordo con il centrosinistra.   Il segretario regionale Antonio Pettinari, infatti, è vicepresidente della provincia di Macerata con una giunta di centrodestra. In nessun modo potrà sostenere un accordo con il Pd. E se il Veneto è ancora bloccato dalla trattativa tra Pdl e Lega, la Campania attende la soluzione del «caso-Cosentino». Domani l'Aula della Camera voterà la mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario che resta disponibile a fare un passo indietro ma solo se Berlusconi glielo chiederà direttamente. Appesa alle sorti campane è anche la candidatura del segretario dell'Ugl Renata Polverini nel Lazio. Un nome che l'Udc potrebbe sostenere senza tentennamenti anche perché nel Pd, mentre Walter Veltroni assicurà che non ha nessuna intenzione di correre per la poltrona di governatore, stenta a decollare una candidatura di peso. Intanto nel Pdl fanno sapere che il 16 dicembre, in occasione dell'ufficio di presidente, verrà presentato un dossier a Berlusconi sul tema Regionali. E non è escluso che prima di quella data, magari già in settimana, possa esserci una nuova riunione tra i coordinatori del Pdl e Roberto Calderoli. Una cosa è certa, il Cavaliere vuole velocizzare la pratica. Oggi e domani sarà a Bonn per partecipare al congresso del Ppe. Lì incontrerà Pier Ferdinando Casini con cui potrebbe già sciogliere qualche nodo.  

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