La Manovra avanti a tramezzini
Nella sala della Commissione Bilancio ci sono ancora sul tavolo un paio di sacchetti con tramezzini e panini sbocconcellati e qualche bottiglia di acqua minerale, residui di una lunga notte insonne. Era da circa un anno che i quarantotto membri della Commissione più strategica ma anche quella in cui «si lavora davvero» (lo dice con orgoglio un deputato che però si trincera: «Per carità non me lo attribuisca altrimenti sembra che gli altri colleghi sono dei fannulloni») passano la notte in bianco. Ventiquattr'ore chiusi in una stanza, gomito a gomito, mentre il Transatlantico e i corridoi di Montecitorio si svuotano. Per i deputati milanesi c'è la festa di Sant'Ambrogio mentre per gli altri il consueto ponte dell'Immacolata. La Camera è avvolta dal silenzio e i commessi sono le uniche presenze. Mugugni e lamentele per il mancato long week end? Non vi sentite un po' i secchioni di Montecitorio? La domanda viene spontanea appena Massimo Corsaro, relatore alla Finanziaria, fa capolino dalla Commissione, al termine della maratona notturna. «Neanche per sogno - risponde -. Questa Commissione è la più prestigiosa della Camera e c'è la corsa a farne parte. Di qui passano tutti quei provvedimenti che prevedono un impegno di spesa». Vuol dire che altrove si lavora poco? «Non mi faccia dire cose che non penso. Le altre commissioni si riunisocno una volta a settimana mentre la Bilancio è convocata anche tra due riunioni dell'Aula. Chi decide di farne parte sa che ci sono momenti di gran lavoro che possono anche coincidere con il ponte dell'Immacolata. Ma nessuno se ne lamenta». Nella stanza della Commissione sono tutti presenti i 48 deputati (26 della maggioranza e 22 dell'opposizione) e il clima è da fortino assediato. L'assedio è quello che viene dall'esterno, impalpabile ma non meno incisivo, delle varie lobby che sperano, complice anche la stanchezza dell'esame notturno, di poter aprire qualche breccia nel testo della Finanziaria. Ma la maggioranza ha fatto un lavoro di blindatura della Manovra tant'è che sia il Pdl che la Lega decidono di ritirare le proprie proposte di modifica. I lavori iniziano all'una e trenta di notte di domenica. L'opposizione ha ridotto i suoi emendamenti a circa 200. Si decide di partire con il voto dalprimo emendamento segnalato dall'opposizione, quello per il sostegno alla famiglia. Ma a questo punto comincia il dibattito. «L'obiettivo è parso subito chiaro: l'opposizione voleva creare un caso e arrivare ad accusare la maggioranza di non aver concesso il voto e di far passare un testo blindato» riferisce Corsaro. Mentre dalla buvette arrivano i termos con tè e caffè e vassoi di panini e tramezzini, si alternano a parlare i membri del centrosinistra. La discussione che non entra nel dettaglio dei provvedimenti ma è focalizzata sull'impianto complessivo della Manovra, va avanti fino al mattino. Il relatore e il viceministro all'Economia Vegas spiegano che gli argomenti avanzati dall'opposizione sono validi nel merito ma accoglierli significherebbe fare una scelta di spesa diversa da quella che si è prefissa la maggioranza. La notte, nella discussione, si accorcia. I tempi sono risicati; il testo è atteso in aula mercoledì dopo la pausa dell'Immacolata. Dopo una seduta fiume di quasi sette ore ancora non si comincia a votare. La minoranza quindi, tramite il capogruppo in commissione Pier Paolo Baretta, fa la richiesta di sospendere i lavori per consentire alla maggioranza una riflessione sulla possibilità di accogliere qualche loro proposta, ma il relatore Corsaro respinge la mozione. La temperatura sale con la sinistra che accusa la maggioranza di accettare supinamente le indicazioni del governo mentre Corsaro risponde che «c'è totale sintonia tra maggioranza e governo». Alle 8,30 di domenica mattina la situazione sembra essersi impantanata. L'opposizione si alza e va da Fini per cercare una sponda e fargli presente che la maggioranza non ha accettato nessuna proposta di modifica. Il presidente della Camera però fa presente che il regolamento dei lavori è stato rispettato. L'incontro con Fini non è ancora ultimato che la sinistra fissa uan conferenza stampa dicendo già che intende abbandonare la commissione. Alle 11 l'opposizione abbandona i lavori. Poche dichiarazioni all'uscita e poi via verso la stazione per uno scampolo di ponte.