La guerra degli alberi di Natale

Tra loro è ormai una vera battaglia. Uno difende il diritto di essere l'originale e autentico titolare della tradizione. L'altro rivendica il suo ruolo nell'età moderna, fatta di consumo e riciclo volto al risparmio. E così la scelta dell'albero di Natale diventa un dilemma per gli italiani, divisi tra ecologisti, ossessionati consumatori o conservatori. Di plastica o naturale, l'unica cosa certa è che il 25 dicembre l'albero a casa deve esserci. Almeno per infilarci sotto e tra i rami tutti i regali. Ma quale conviene comprare? Il classico, ben piantato nella terra dentro il vaso con le foglie pronte a cadere? O quello in plastica, che di verde ha giusto il colore ma si può riciclare per ogni Natale? L'analisi di Life Cycle Assessment (Lca) prova a comparare i due alberi. L'abete vero consuma, durante l'intero ciclo di vita, un quinto dell'energia impiegata dall'albero finto. Secondo il Lca, per produrre l'albero artificiale si usa, generalmente, il pvc, mentre per quello naturale si sfruttano solo fertilizzanti e fitofarmaci. Nel bilancio bisogna anche includere l'utilizzo del suolo: gli abeti veri crescono su terreni poveri e scoscesi, sulle pendici di colline che altrimenti rimarrebbero incolte. Inoltre la pianta vera, passate le feste, va smaltita, in quanto sono pochi gli esemplari che sopravvivono. Ciò fa aumentare il traffico locale. L'albero finto, invece, finito il Natale può essere riposto e riutilizzato anche per più anni di seguito. Certo, se bruciato si trasforma in diossina. I dubbi restano. È per questo che le associazioni ambientaliste provano a fare maggiore chiarezza. Alle decorazioni di plastica non si può rinunciare, ma secondo il Wwf l'albero va comprato al vivaio. «Suggeriamo quello naturale - spiega Isabella Pratesi - ma bisogna stare attenti a tenere dei comportamenti adeguati». La regola numero uno è ripiantarlo in giardino, o in un vaso da esterno, subito dopo le feste. Seconda indicazione: usare solamente le piante del posto per non farle soffrire le temperature. Se passiamo gli ultimi giorni dell'anno in un luogo dove il clima è medirraneo, spiegano dal Wwf, è bene usare un alloro (abbastanza diffuso nelle zone temperate), oppure un corbezzolo. Meglio ancora un nocciolo, che ha una ramificazione fitta e sostituisce meglio il più classico degli alberi di Natale: «Non dobbiamo imitare per forza l'abete - dice la Pratesi - possiamo sostituirlo e la funzione non cambia. Io ho un melo che utilizzo sia il 25 dicembre che a Pasqua. Dopo le feste lo trasferisco in giardino». Se proprio dobbiamo utilizzare l'albero di plastica, bisogna considerare che non esiste un criterio di sostenibilità, spiegano dall'associazione: «E anche se il prodotto artificiale ha un valore nettamente inferiore a confronto con il concorrente, in realtà il prezzo non mette in preventivo i costi a danno per l'ambiente, che sono altissimi. Il consiglio che diamo è di comprare quello naturale, e magari farvi un regalo: per questo Natale adottate un animale in via di estinzione». La scelta di un albero vero sembra quindi conquistare l'ambientalismo, nonostante i vantaggi (come il riutilizzo) e le comodità di quello finto. Lo dimostra anche la battaglia di un'altra associazione ecologista. Fareambiente, propone di acquistare gli abeti per le festività natalizie: «Comprateli da rivenditori autorizzati - spiega il coordinatore del Lazio, Piergiorgio Benvenuti - e fate in modo che gli alberi non abbiano radici recise. Curateli attentamente quando sono in casa, perché sono piante che rischiano l'abbandono ogni anno». Fareambiente lancia l'iniziativa di utilizzarli anche se non si possiede un giardino: «Organizzeremo noi dei centri di raccolta a Roma e nella Regione dove i cittadini potranno portare i loro alberi di Natale e terminata la raccolta li distribuiremo ad associazioni accreditate per reimpiantarli, oppure direttamente provvederemo con i nostri volontari», spiega Benvenuti. Finti o veri, per il Condacons (il coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e la tutela dei diritti di utenti e consumatori) gli italiani hanno già scelto dove appendere le decorazioni. «Sono sempre di più i cittadini della Penisola che hanno gli alberi finti in casa - spiega il Codacons -, ormai la tendenza è segnata». Un orientamento, spiegano, segnato dalla crisi e dal portafoglio. «Gli alberi veri perdono aghi, muoiono e costano tantissimo. La gente non ha più tanti soldi da dedicare alle feste. Le famiglie che hanno già comprato quello artificiale si tengono quello che hanno, chi lo compra nuovo è indeciso». Ma alla fine, spiegano i numeri dell'associazione, il 60 per cento degli italiani quest'anno lo acquisterà vero. Un dato che fa scintelle con il bilancio complessivo. Tra tutti coloro che avranno l'albero in salotto, il 68 per cento esporrà quello finto. Solo il 32 per cento delle famiglie potrà posare i propri regali sotto un albero vero. La guerra degli alberi di Natale non ha ancora un vincitore.