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Clima, Italia in pressing sui Grandi

Copenhagen, il vertice sul clima

Alemanno: pronti alla sfida globale

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Ottimismo ma anche determinazione a sconfiggere gli ostacoli negazionisti e raggiungere l'obiettivo di un accordo con appelli accompagnati da immagini catastrofiche per toccare le coscienze di tutti. Si è aperto così il vertice Onu sul clima a Copenaghen, la quindicesima Conferenza delle parti della Convenzione Onu sui cambiamenti climatici. La parola d'ordine è «azione» e il mondo da ieri ha capito che, se vuole salvarsi, ha un'opportunità che non deve perdere. Un Vertice che molti considerano il più importante mai organizzato dalla fine della seconda Guerra Mondiale, e per il quale il padrone di casa, il premier danese, Lars Okke Rasmussen ha chiesto una «mobilitazione politica senza precedenti. L'umanità speranzosa guarda alla conferenza di Copenaghen come l'ultima possibilità per bloccare il riscaldamento globale: per questo la capitale danese sarà agli occhi del mondo "Hopenaghen", il porto della speranza». Un invito che è subito stato accolto dal Sud Africa che si è detto disponibile a rallentare del 34% entro il 2020 e del 42% entro il 2025 la crescita delle emissioni dei gas serra. Stessi propositi portati avanti anche da India, Cina e Brasile che hanno annunciato una coalizione per portare a Copenaghen una bozza per instradare il negoziato. Un documento che arriva da Paesi sospettati di essere i primi a tramare per il fallimento del Vertice sul quale già aleggia ancora l'ombra del «climagate» respinto con forza dal Nobel Rajendra Pachauri che ha parlato di un tentativo di screditare un lavoro «trasparente e obiettivo» durato più di 21 anni con dati registrati da tantissimi organismi scientifici indipendenti. Intanto ieri anche il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha sottolineato che l'Italia «vuole un accordo politicamente vincolante per tutti.   Non possiamo accettare accordi che per qualcuno sono un suggerimento e per altri un obbligo». E sono proprio gli italiani a dare dimostrazione di essere i più volenterosi a lottare contro l'inquinamento. In un sondaggio Ifop emerge che l'85% dei residenti nel Bel Paese, cambierebbe lo stile di vita per contribuire alla riduzione delle emissioni di gas nocivi. Così si è conclusa la prima giornata del Vertice. Prima delle dodici complessive che si chiude con un messaggio al mondo: le future generazioni pagheranno i disastri climatici. Serve un accordo globale. Lo chiedono i bambini.  

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