(...) italiani ed europei, è fallito proprio lungo l'asse del ?ma anche?.
«Unpartito – ha spiegato ieri il segretario del Pd ospite da Lucia Annunziata - deve avere una linea chiara: quando si è in Parlamento bisogna avere una posizione comprensibile». Parole sante, peccato che nel suo partito avvenga (ancora) esattamente il contrario. Nello sgangherato bipolarismo italiano, se il Pdl rappresenta la destra di governo e l'Udc il centro moderato, non v'è dubbio che al Pd tocchi il compito di rappresentare e interpretare la sinistra riformista. D'altra parte, Bersani è l'uomo giusto per riaffermare quella identità. Il fatto che in queste ore Massimo D'Alema partecipi ad un vertice internazionale del Pse è segno evidente che le radici dei Democratici siano ben dentro l'epopea socialista. In questo senso, quella della Bianchi potrebbe non essere considerata una perdita bensì la naturale conseguenza del cambiamento di asse all'interno del partito. Se questa tesi è corretta, allora non si possono ignorare gli effetti: cioè il rafforzamento sia del Pd che dell'Udc nei rispettivi bacini di elettorato e classe dirigente. Questo significa che a Bersani toccherà ricomporre la diaspora della sinistra e richiamare nel Pd personalità come Vendola, Migliore, Bosetti e Diliberto. Per l'Udc invece si tratta di attrezzarsi al meglio per accogliere non solo i parlamentari delusi dai due partiti unici ma per ricevere i consensi di quegli elettori che possono riconoscersi in quel fronte unico dei moderati evocato proprio da Dorina Bianchi. Franco Marini, Beppe Fioroni e personalità come Enzo Carra e Renzo Lusetti in quanto ex Dc militanti nel Pd non sono certamente in una posizione comoda. Anche a loro toccherà fare una scelta trasparente. D'altronde, una opposizione organizzata e meglio ancorata alla storia politica e culturale del Paese potrà far bene anche alla maggioranza. Chi lo ha detto che il tripolarismo (Pd-Udc-Pdl) non possa risultare più convincente del (mancato) bipolarismo?