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"Contro di me anatemi Se ricominciano vado via"

Paola Binetti

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La società civile guarda al centro perché non vuole inseguire le piazze, dice Paola Binetti, parlamentare del Partito democratico, dopo l'ultimo addio di un esponente cattolico. Onorevole Binetti, cosa pensa dell'abbandono del Pd da parte della senatrice Dorina Bianchi? «Dorina Bianchi era già stata parlamentare dell'Udc. Nella XIV legislatura lei era nell'Udc. In questa ha scelto di tornare a casa. Quando pochi mesi fa è toccato a lei coordinare, come capogruppo al Senato in commissione Sanità, le posizioni sulle dichiarazioni anticipate di trattamento le sue convinzioni si sono molte volte scostate dal gruppo. E questo è stato lo spunto per critiche pesanti nei suoi confronti. Lo stesso copione si è ripetuto nel corso del dibattito sulla nella commissione sulla Ru486. Quindi comprendo molto bene questa sua scelta perché nell'Udc non sarà contestata». Questo abbandono lo considera anche come uno spunto di riflessione per lei? «Questa è una domanda totalmente diversa. Preferirei mantenere distinte le due cose. Quello che fa Dorina Bianchi mi sembra molto interessante e lo apprezzo nella sua coerenza e nel suo coraggio. Quello che faccio io risponde allo stesso tipo di istanza profonda. Bisogna sempre trovare un punto di incontro tra i valori in cui si crede e il contesto in cui si opera. Questa è la domanda che mi pongo e alla quale cerco sempre di rispondere». Oggi a quale conclusione è giunta? «Da parte mia c'è un impegno molto forte ad essere fedele a determinati valori». Ma questi valori li ritrova nel Pd di oggi? «Voglio vedere se nel Pd potrò esprimere le mie posizioni. Ci sono stati alcuni esponenti del Pd che hanno assunto nei miei confronti un atteggiamento da anatema chiedendo la mia cacciata dal partito. Devo dire che ciò non accade da diverso tempo e che in questi mesi non ho mai smesso di esprimere con chiarezza le mie posizioni. Questo è il mio modo di intendere la politica. Se domani dovesse diventare invivibile la mia posizione nel Pd, mi porrei l'interrogativo se restare o meno». Cosa pensa del comportamento che hanno assunto alcuni esponenti del suo partito sulla manifestazione giustizialista di sabato scorso? «Ognuno ha fatto quello che voleva senza che ci fosse una strategia concordata. La stessa Rosy Bindi aveva detto che non sarebbe andata poi, quando ha visto che molti esponenti del partito andavano, ha ritenuto di andare dove stavano alcuni pezzi del partito. Bersani ha tenuto un silenzio adamantino su questa manifestazione. Anche se poi ha "benedetto" l'iniziativa. Io non sono amica delle piazze. E non mi sono nemmeno posta l'interrogativo se andare in piazza. Quella era la manifestazione di Antonio Di Pietro e della piazza virtuale del web. Il Pd è andato a rimorchio di questa iniziativa». È preoccupata che il Pd subisca queste cose? «Certo, sono preoccupata. A distanza di un mese e mezzo non vedo ancora tracciata una linea da parte della nuova segreteria del Pd di Bersani. L'atteggiamento del segretario del Pd mi ha fatto riflettere molto». Come valuta il fatto che molti esponenti politici del Pd stanno seguendo alla spicciolata Rutelli? «La mia valutazione non riguarda l'adesione dei parlamentari. Credo che dietro Rutelli stiano andando molti esponenti della cosiddetta società civile perché è evidente che la maggioranza è in affanno e l'opposizione non ha una linea comune. Voglio capire cosa farà la società civile e soprattutto se il Pd ha intenzione di seguire le piazze visto che la prossima settimana è attesa una nuova manifestazione. Quindi non mi stupisco che la società civile guardi altrove e con grande speranza».

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