E Berlusconi se la ride: "I fatti più forti delle parole"

  MILANO - Doveva essere la settimana horribilis. Doveva essere la settimana che avrebbe steso il Cavaliere, distrutto, annientato. Doveva essere la settimana dell’attacco concentrico su tutti i fronti a cui nessuno avrebbe potuto resistere. E la settimana si chiude con lui, Silvio Berlusconi, felice e sorridente che torna persino allo stadio San Siro che l'ultima volta in campionato l'aveva persino fischiato. Arriva tra il primo e il secondo tempo, va negli spogliatoi e poi sale in tribuna d'onore dove viene accolto dagli applausi. Il Cavaliere se la ride, si diverte, non parla di nessuna polemica, evita battute rabbiose e si mostra soave e leggero. Sale sul treno alta velocità nel viaggio inaugurale della tratta Torino-Milano, unite in qualche minuto meno di un'ora (si viaggia per un lungo tratto a trecento all'ora, le auto che corrono sull'autostrada a fianco sembrano ferme), e si mette pure e cazzeggiare con il macchinista: «Mi raccomando, non s'arrabbi. Lei non si può arrabbiare». Poi guarda l'amministratore delegato di Ferrovie, Mauro Moretti: «E anche lei, sorrida. Faccia come il presidente del consiglio che qualunque cosa accada è sempre allegro». Ma che cosa lo ha portato ad essere così sorridente? Succede che il tribunale di Milano gli riconosce la sospensiva per il pagamento dei 750 milioni del lodo Mondadori. Dovrà presentare una fidejussione, certo, che non sarà gratis. Ma intanto non ha da sborsare quella cifrona che sarebbe stata una mazzata terribile per le sue aziende. E anche se la politica l'ha notato poco, quella notizia è la più importante della settimana per il premier. Fini s'è ammutolito. Il fuori onda, per quanto il presidente della Camera si mostri sicuro, l'ha indubbiamente indebolito. Da quel giorno il principale inquilino di Montecitorio ha usato toni morbidi, abolite quelle che a palazzo Chigi consideravano asprezze, i finiani hanno messo nel cassetto eventuali polemiche o ulteriori provocazioni culturali. La «bomba atomica» di Spatuzza s'è rivelata un innocuo petardino, 'na botticella. Praticamente quasi tutti i giornali, italiani ed esteri, hanno preso le dichiarazioni del neo pentito di mafia non con grande clamore e comunque tutti i media hanno fatto notare la necessità di cercare e trovare riscontri alle frasi del pluriomicida prima di prenderle seriamente sul serio. Chiacchiere. A cui Berlusconi non risponde. A chi gli chiede che cosa ne pensi di quelle accuse, non pronuncia neppure una parola, fa un'alzata di spalle e arrivederci. Resta quella frase pronunciata in consiglio dei ministri: «È un'assurda macchinazione». E restano gli interrogativi manifestati ad alcuni parlamentari sul treno Torino-Milano. Chi sono i veri mandanti? Chi è il vero regista? Sicuramente non solo la mafia, ma anche apparati deviati che vogliono destabilizzare il governo. E chi altri? In pubblico preferisce rispondere con i fatti. Gli arresti di mafia che ha commentato senza mezzi termini: «Con le due operazioni brillantissime condotte dalle forze dell'ordine a Palermo e Milano - dice nel treno che lo porta dal capoluogo piemontese a quello lombardo - abbiamo preso 17 su 30 dei più pericolosi latitanti. È la migliore risposta a tutte le calunnie rivolte al governo da irresponsabili che, con il loro agire, non fanno altro che gettare fango». Per non parlare del No B day, la manifestazione annunciata come oceanica che invece, più che altro, si è rivoltata contro il Pd. Il Cavaliere, nella manifestazione alla stazione centrale di Milano, se la ride. Scherza: «Ho conosciuto qui, proprio alla stazione centrale, la mia prima moglie. E ho conosciuto la gran parte della mie fidanzate in treno e meno male che i viaggi non erano così veloci come oggi». E conclude con la chiave della settimana. Addio alle polemiche, il suo - spiega il premier - è il governo del fare, dei fatti, delle cose concrete: «Noi continuiamo a governare - sono esattamente le sue parole -, lasciamo agli altri il teatrino della menzogna e della calunnia». Si lascia prendere dall'entusiasmo. Annuncia: «Tra poche settimane inaugureremo il ponte sullo Stretto di Messina, così la nostra Sicilia sarà Italia al cento per cento». Rivela: «Ho parlato oggi con il sindaco di Torino per il Frejus e gli ho fatto i miei complimenti, mentre a Novara, dove si incontrano i due corridoi europei, sorgerà il centro di logistica più grande d'Europa che darà lavoro ad oltre 100 mila persone». Poi il tuffo tra la gente che lo aspetta nella piazza della stazione centrale. Le foto con i fans, gli applausi. Poi lo stadio, il tripudio finale. E così finisce la settimana felix.