Silvio contrattacca: "Accuse assurde"
REGGIO CALABRIA - Il Consiglio dei ministri, convocato per le nove del mattino, è durato un po' più del previsto. Alle questioni contenute nell'ordine del giorno si sono aggiunte le notizie in arrivo dal processo di Torino. Ed ecco che le accuse di Gaspare Spatuzza al presidente del Consiglio tengono banco per quasi tutta la riunione. Con lo sfogo del premier, con il suo dito puntato rispetto alle falsità sulla sua persona e sull'attività di governo, quelle che lui definisce a chiare lettere «macchinazioni assurde». Un governo che, come ripete più volte, «ha fatto tantissimo per combattere la mafia». E poi Santoro, con la puntata di Annozero dell'altra sera dedicata al processo Mills piena di «ricostruzioni fantasiose». Dentro la sala di Palazzo Chigi il clima è teso. Dall'aula di Torino continuano a rimbalzare le dichiarazioni del pentito. Berlusconi va su tutte le furie, non sa se andare o meno a Reggio Calabria, dove era atteso per inaugurare la galleria Barretteri, sulla Salerno-Reggio. Alla fine, anche dietro consiglio dei suoi uomini di fiducia, decide di non partire più. E di mandare da solo il ministro per le Infrastutture Altero Matteoli. Salta così l'ospite d'onore dell'inaugurazione del nuovo tratto della A3, così come il programma della cerimonia: tutto avviene in grande ritardo, nella delusione dei tanti presenti pronti ad accogliere con tanto di stelle di natale e bandiere tricolore il presidente del Consiglio. Sino all'ultimo è rimasta l'incertezza sul suo arrivo. Orario previsto, le undici. Davanti alla galleria era stata allestita anche una tensostruttura con pasticcini e rinfresco per accogliere «Silvio». È mezzogiorno quando arriva la conferma: Berlusconi dà forfait. Da Palazzo Chigi fanno sapere che il motivo è «il prolungamento» del Consiglio dei ministri, confermato poi anche da Matteoli appena arrivato in Calabria: «Il presidente Berlusconi è rimasto a Roma per lavorare. Lo sostituisco io». Il premier subito dopo il Cdm è tornato a Palazzo Grazioli: la giornata non è delle migliori. C'è l'udienza sul processo Mills, con il suo avvocato Niccolò Ghedini impegnato in prima linea, c'è il caos sulla Finanziaria in discussione alla Camera. Ma soprattutto c'è il tam tam di notizie in arrivo dall'aula bunker del tribunale di Torino. Attacchi logici, spiega in una nota il sottosegretario Paolo Bonaiuti, «vista l'azione del governo per contrastare la criminalità». Breve consulto del premier con alcuni collaboratori sul da farsi, sulla linea da tenere d'ora in avanti, sulla strategia da attuare. Il punto su cui si sono detti tutti d'accordo, proprio per contrastare lo «sputtanamento» del Paese è replicare dimostrando i fatti. Durante il Cdm, raccontano alcune fonti governative, il premier avrebbe invitato il ministro Maroni a mandare a tutti i ministri il dossier con i dati dell'attività governativa contro la mafia. Non solo. Si ragiona anche sull'eventualità di inviare questi dati ai cittadini. E poi le iniziative: come quella in programma per mercoledì prossimo al Senato e organizzata da Maurizio Gasparri dal titolo «L'antimafia dei fatti», dati arresti del centrodestra contro la criminalità. E dalla maggioranza annunciano, è solo l'inizio.