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Politici «eliminati» dagli organizzatori

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Quandoun gruppo di blogger, ai primi di ottobre, convocò su Facebook una manifestazione per il 5 dicembre in cui chiedere le dimissioni di Silvio Berlusconi, non sapevano che il giorno prima Gaspare Spatuzza avrebbe deposto contro il premier al processo di Torino a Marcello Dell'Utri. Il caso ha voluto questa sequenza temporale e oggi le dichiarazioni del pentito di mafia non potranno che avvalorare le convinzioni dei partecipanti al No B day. Una manifestazione nata dal basso, sul web, a cui parteciperanno vip del mondo della cultura e dello spettacolo, nonché gli esponenti di Idv e della sinistra radicale, e su cui il Pd ha vissuto un nuovo momento di polemiche interne. Quella di oggi sarà una «prima» per l'Italia: si tratta infatti della prima iniziativa politica di «autoconvocati», nata appunto sulla rete. Qualcosa dunque di diverso dai «girotondi» del 2001. Sta di fatto che la pagina di Facebook aperta il 9 ottobre con uno stringato appello che convocava la manifestazione per chiedere le dimissioni di Berlusconi, ha presto raggiunto cifre impressionanti: 358.190 gli «amici» della pagina alla vigilia dell'iniziativa. Se si pensa che il Pd, dopo uno sforzo organizzativo enorme, raccolse 460mila iscritti, si capiscono le dimensioni di queste adesioni spontanee. Ovviamente non si sa se queste si tradurranno in altrettante presenze in piazza: si sa che a Roma giungeranno 700 pullman e una nave dalla Sardegna, e che gli organizzatori hanno scelto lo spazio più grande della Capitale, cioè piazza San Giovanni, che con i suoi 39.130 metri quadrati può accogliere 160.000 persone, che possono più che raddoppiarsi se vengono occupati gli spazi adiacenti, verso la basilica di Santa Croce in Gerusalemme e verso la Scala Santa. Gli organizzatori sono riusciti a non far mettere il cappello sulla loro creatura da parte di partiti, anche se Antonio Di Pietro ha tentato, facendosene alfiere e promotore, in quella che è l'eterna concorrenza con il Pd. Oltre a Idv, ci saranno in piazza il Prc di Paolo Ferrero, il Pdci di Oliviero Diliberto, Sinistra e libertà di Nichi Vendola, i Verdi di Angelo Bonelli e le forze minori della sinistra antagonista. E soprattutto ci saranno tanti vip: personaggi della cultura come Margherita Hack, Carlo Lucarelli, Andrea Camilleri, don Farinella, musicisti come Roberto Vecchioni, Daniele Silvestri, Fiorella Mannoia o gli Almamegretta, artisti come Ascanio Celestini, Dario Vergassola, Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Daniele Luttazzi e Sabina Guzzanti. E poi associazioni, come Libera. Il Pd, come in altri frangenti analoghi, ha tentennato sul da farsi. Da una parte c'è stato il timore di un andamento anti-sistema dell'iniziativa, come avvenne a piazza Navona un anno fa quando sotto gli strali di Beppe Grillo e Sabina Guzzanti finì non Berlusconi ma il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Dall'altra la consapevolezza che tra il popolo del web «ci sono tanti nostri elettori», come ha detto Dario Franceschini, che infatti sarà in piazza con Walter Veltroni, Debora Serracchiani, Ignazio Marino e altri della minoranza interna. Il segretario Pier Luigi Bersani ha espresso parole di simpatia, marcando però la diversità di questa iniziativa da quelle del Pd. Le contestate affermazioni di Enrico Letta sulla giustizia dei giorni scorsi («Berlusconi può difendersi nel processo e dal processo»), poi, hanno riacceso i timori di una piazza anti Pd. Ed ecco che è scesa in campo Rosy Bindi: la presidente del partito, che nel 2001 appoggiò i movimenti e la loro linea giustizialista, ha ottenuto il via libera da Bersani a essere in piazza, cosa che non è piaciuta a Francesco Boccia, vicino a Letta. Ma il suo profilo di «pasionaria», la sua recente secca replica agli attacchi verbali di Berlusconi («Non sono una donna a sua disposizione»), le permetterà di giocare un ruolo da ambasciatrice.

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