Le principali tappe del processo per l'omicidio di Meredith
Ecco le tappe principali del processo per l'omicidio di Meredith Kercher. Il 16 gennaio cominciano le udienze. Il 6 febbraio i primi testi d'accusa ricostruiscono per le prime fasi dell'indagine. Il 7 febbraio depone Filomena Romanelli, coinquilina di Kercher e Knox. «There is something strange», c'è qualcosa di strano, sono le parole che le disse l'americana la mattina del 2 novembre del 2007. Il 13 febbraio Amanda Knox chiede di parlare: «Sono innocente e ho fiducia che tutto si sistemerà». Poi depongono le amiche inglesi di Meredith. Il 14 febbraio Amanda si presenta in aula con una maglietta bianca con la scirtta «All you need is love». Il 27 febbraio testimoniano gli investigatori della squadra mobile di Perugia. «Elementi oggettivi», come la scena del crimine, le «contraddizioni» tra gli imputati portarono a Sollecito e alla Knox. Il 28 febbraio Knox e Sollecito accusano la polizia per quanto avvenuto la notte del loro fermo alla questura di Perugia: «Sono stati duri con noi». I funzionari della mobile replicano: «Trattati con massima cortesia e fermezza». Il 28 marzo testimonia il clochard Antonio Curatolo che notò Sollecito e la Knox la notte dell'omicidio in piazza Grimana. Il 3 aprile depone il medico legale Luca Lalli e in aula vengono proposte a porte chiuse le immagini dell'autopsia. Poi prende la parola Patrick Lumumba: «Amanda mi abbracciò e disse "sei una brava persona"». Il 4 aprile è in aula Rudy Guede che si avvale della facoltà di non rispondere. Il 23 aprile la Corte dissequestra l'abitazione di via della Pergola. L'allora responsabile della polizia scientifica Alberto Intini esclude la possibilità di una contaminazione della scena del delitto. L'8 maggio udienza dedicata agli accertamenti della polizia scientifica che riferisce: nella casa del delitto trovate 61 impronte «utili». Il 6 giugno sono in aula i familiari di Meredith. «La cerco ancora...», dice la madre Arline. Il 12 e il 13 giugno è il giorno dell'interrogatorio di Amanda Knox che nega di essere stata nella casa di via della Pergola quando Merdith venne uccisa. Il 19 giugno testimoniano Francesco Sollecito, il padre di Raffaele, ed Edda Mellas, la madre di Amanda Knox. Il 20 giugno uno dei consulenti della difesa Sollecito dice: Mez uccisa da un solo aggressore con un solo coltello. Il 9 ottobre la Corte respinge la richiesta delle difese di svolgere una nuova perizia sul Dna. Il 21 novembre i pm Giuliano Mignini e Manuela Comodi chiedono la condanna all'ergastolo con isolamento diurno di Sollecito e della Knox. Il 27 novembre parlano le parti civili. Per il legale della famiglia della vittima, il dibattimento è stato tale da permettere alla Corte di condannare i due imputati. Per il legale di Patrick Lumumba «poche parole di Amanda lo hanno distrutto». Il 28 e il 30 novembre arringa dei difensori di Sollecito, Giulia Bongiorno e Luca Maori. «L'unico colpevole è Guede, assolvete Raffaele», chiedono. Il primo e il 2 dicembre parlano i difensori della Knox Carlo Dalla Vedova e Luciano Ghirga: «Lei non era nella camera del delitto e va assolta».