Giorgio Napolitano lancia un ennesimo appello a raffreddare la tensione politica e a fermare i «comportamenti litigiosi».
Stavolta,però, non si rivolge solo ai rappresentanti delle istituzioni, ma anche a giornalisti e dirigenti del settore dell'informazione. A dire il vero nel suo discorso, tutto rivolto ai pregi e ai problemi del volontariato, c'è solo un inciso, ma di inequivocabile chiarezza. «I mezzi di comunicazione e noi stessi che lavoriamo nelle istituzioni - dice - siamo spesso troppo assorbiti dai comportamenti litigiosi o comunque poco cooperativi che caratterizzano la nostra società politica e non guardiamo con sufficiente attenzione alle espressioni della nostra società civile». La litigiosità, ad esempio, oscura il grande contributo che dà il volontariato per risolvere concreti problemi sociali. Il volontariato, prosegue, merita attenzione perché non è un'attività qualsiasi, «è linfa vitale e costituisce un elemento distintivo della nostra democrazia e del nostro vivere civile» e inoltre può dare risposte e fiducia ai giovani che temono di non poter soddisfare in Italia le loro ambizioni. Nel pomeriggio poi Napolitano riceve al Quirinale il presidente della Repubblica federale tedesca, Horst Koehler con cui firma un'importante dichiarazione congiunta in materia europea in cui si chiede la piena e coerente applicazione del nuovo Trattato europeo appena entrato in vigore che, spiegano i due presidenti, può aprire «una fase nuova», consentire «un balzo» in avanti e scongiurare il rischio di declino dell'Europa come attore globale. Napolitano e Koehler rilanciano così al più alto livello la storica cooperazione italo-tedesca per far avanzare l'Europa politica e frenare le tentazioni di accantonare il metodo comunitario per ricondurre l'iniziativa dell'Unione Europea a intese fra governi nazionali. Invece, sostengono, occorre rilanciare ciascuna delle tre principali istituzioni europee - il Consiglio, la Commissione e il Parlamento - «affinché operino in un clima di corretta dialettica e cooperazione». La dichiarazione pone l'accento anche sulla necessità di «rafforzare l'unità europea, la capacità di decisione e di azione dell'Ue», di procedere sulla strada delle politiche comuni, ricordando che quelle «già delineate richiedono più che mai forme di sovranità condivisa, decisioni a maggioranza secondo quel che prevedono e consentono i Trattati vigenti, da ultimo quello di Lisbona, e cooperazioni rafforzate».