Controffensiva degli anchormen «È una giusta provocazione ma si parli di quanto rendiamo»
«Poidurante la discussione in diretta, presi da altri argomenti non siamo più tornati sulla sua singolare provocazione», dice lo stesso Cucuzza, alla notizia che il ministro ne ha invece parlato a "Cominciamo bene" su Raitre. Per Cucuzza l'idea sarebbe perfetta nell'ottica del servizio pubblico e lui stesso sarebbe prontissimo ad aderire se l'azienda glielo chiedesse. «Resta però il dubbio che si possa trattare di una goccia di trasparenza in un mondo in cui il sommerso è molto più significativo. Mi riferisco al lavoro nero o all'evasione fiscale». «Perché inserire questi dati proprio nei titoli di coda? Sarebbe molto dispendioso», ammonisce Irene Pivetti nel triplice ruolo di conduttrice, giornalista ed ex parlamentare: «Ma se si fanno le pulci ai parlamentari, è giusto che siano sotto tiro anche giornalisti e conduttori». Ironico, il comico romano Enrico Brignano: «L'intelligenza del ministro Brunetta mi spinge a pensare che qualsiasi cosa dica, abbia sempre un secondo fine. Con questa singolare idea vuole forse spronarci a mettere in evidenza il nostro valore. Noi artisti, però i soldi li prendiamo in base al nostro talento, i politici, invece, in base alle schede elettorali» Brignano poi non rinuncia ad un'osservazione più maliziosa: «I parlamentari hanno tante agevolazioni, mentre noi artisti dobbiamo fare i conti con l'Auditel che ci pende sulla testa e condiziona in maniera feroce anche i compensi. Brunetta sta facendo di tutto per lottare contro inefficienza ed assenteismo, ma gli consiglierei di riflettere su questa provocazione singolare; a chi potrebbe giovare, in fin dei conti?». Per Carlo Conti, l'uomo degli ascolti d'oro di Raiuno, «sarebbe bello se oltre ai compensi fossero pubblicati anche gli introiti pubblicitari che il conduttore fa guadagnare all'azienda. Perché poi puntare il dito solo sulla Rai? Il servizio pubblico è pagato con il canone ma anche con la pubblicità». E Bruno Vespa: «Credo sia una divertente provocazione ed io sono in perfetta sintonia con Brunetta per quanto mi riguarda, perché l'unico contratto che si conosce è il mio. Sarebbe corretto aggiungere ai compensi anche il costo della trasmissione e la resa pubblicitaria. Così sapremo quanto costa e quanto rende ciascuno di noi». A puntare sulla trasparenza per tutti, comprese le cariche istituzionali, è anche Massimo Giletti: «Vorrei che insieme ai compensi fossero inseriti anche gli introiti che il conduttore porta in termini di pubblicità e di share». «Allarghiamo la trasparenza anche alle grandi aziende commerciali, al mondo del calcio, del cinema, della medicina e dei manager oltre che della politica», conclude Alessandro Cecchi Paone. «Facciamo capire quanto delle somme incamerate dai singoli servono a far guadagnare le aziende da cui dipendono».