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Berlusconi: "Mai stato in competizione con Fini"

Il presidente della Camera Gianfranco Fini e il premier Silvio Berlusconi

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"Non c'è nessuna competizione con nessuno". Così il premier Silvio Berlusconi risponde, nella conferenza stampa in occasione del bilaterale Italia-Russia, ad una domanda sui suoi rapporti con Gianfranco Fini dopo il caso del "fuori onda". I giornalisti chiedono se ci sia competizione tra Berlusconi e Fini, e il premier risponde: "Non c'è nessuna competizione con nessuno, vorrei solo approfittare dell'occasione per dire che sono spiaciuto che i giornali continuino ad attribuirmi espressioni e parole che io non solo non mi sono mai sognato di dire ma che non ho neppure pensato". IL CASO DEL "FUORI ONDA" - Sul "fuori onda" della discordia parla Fini. Il chiarimento richiestogli con la nota ufficiale del partito non è mai arrivato (anzi, Fini a "Ballarò" ha detto che non ha nulla da chiarire), e ieri il presidente della Camera - ha lamentato una mancanza di rispetto nei suoi confronti, rispedendo al mittente l'accusa di essere "un ingrato". Un fedelissimo del presidente della Camera come Italo Bocchino cerca di calmare le acque: "La prima cosa da escludere categoricamente - dice intervenendo a "Mattino Cinque" - è che Gianfranco Fini pensi ad altri progetti politici".   Bocchino sottolinea come l'ex leader di An chieda solo "maggiore attenzione e maggiore democrazia interna" anche come "co-fondatore del partito". Per Fabrizio Cicchitto il Pdl "è ancora in tempo a bloccare una serie di errori e ripartire con il piede giusto". Ma dopo il caso innescato dal fuorionda sulle rivelazioni del pentito Gaspare Spatuzza e sul modo in cui Berlusconi interpreta la propria leadership, la posizione spigolosa espressa oggi dal presidente della Camera - aprendo i lavori della Fiera della Giustizia di Rimini, Fini ha scandito tra l'altro che riforme come la separazione delle carriere "non potranno avvenire a discapito dell'autonomia e dell'indipendenza del pubblico ministero, il quale deve rimanere incardinato nell'ambito del potere giudiziario", aggiungendo che la magistratura "ha assunto quei connotati di indipendenza dal potere esecutivo che continuano a rappresentare la vera garanzia per la tenuta dell'ordinamento democratico" - conferma che, dopo il gelo (e lo stallo), la tensione resta alta.   

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