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Il valzer di Lombardo Ora si affida al Pd

Lombardo

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Il governatore Raffaele Lombardo guarda al Pd per tentare di risolvere la crisi istituzionale e politica in Sicilia, a conferma che il confronto tra il Mpa e i «lealisti» del Pdl per ricompattare la maggioranza di centrodestra non decolla. Domani il presidente della Regione si presenterà all'Assemblea regionale siciliana con un programma di riforme puntando a ottenere «un'ampia convergenza», anche da parte dei deputati del Pd, finora all'opposizione. È stato lo stesso Lombardo ieri a confermare i boatos che si rincorrono da giorni. A margine della presentazione a Roma dell'accordo tra la Regione siciliana, la Banca centrale europea e il Fondo europeo per gli investimenti, il Governatore e fondatore del Mpa alla domanda di un dialogo con il Pd ha risposto in maniera inequivocabile: «Chi ci sta è ben accolto». Un'apertura diretta al Pd? «Rispondo solo con una sillaba: sì». «L'ipertensione siciliana — ha spiegato il Governatore — vedrà un passaggio consistente in Assemblea. Puntiamo a un programma in cui, dopo averlo arricchito con il contributo delle forze sociali e imprenditoriali, mi auguro si determini un'ampia convergenza anche in funzione delle scadenze per gli adempimenti legislativi e di governo». Oggi, prima del passaggio in aula, Lombardo incontrerà Cgil Cisl e Uil per confrontarsi sulle ipotesi di riforme. Ma già oggi, i tre segretari sindacali hanno anticipato le loro posizioni rispetto alla crisi. Dalla Cisl arriva, netto, l'invito a Lombardo ad andare avanti, perché «le elezioni anticipate — dice il segretario Maurizio Bernava — sarebbero un disastro». «Sindacati e imprenditori — propone il sindacalista — dovrebbero esercitare su governo e Ars il pressing necessario a una svolta capace di colmare inefficienze e ritardi». Ma per Marco Falcone, deputato regionale del Pdl e mediatore tra i «lealisti» e i «ribelli» di Gianfranco Miccichè che sostiene Lombardo, la Cisl sta facendo «una straordinaria azione di collante tra il governo e il Pd». Cauti anche Cgil e Uil. «Contestiamo chi, sindacalista o imprenditore, assume ruoli impropri e si fa suggeritore di formule politiche — commenta Mariella Maggio, segretaria generale della Cgil siciliana — Il governo deve avere la capacità di uscire dalla crisi senza stampelle. Se questo non dovesse accadere Lombardo dovrà prendere atto del fallimento dell'esperienza del centrodestra». Per il leader siciliano della Uil, Claudio Barone, «bisogna mantenere distinto il ruolo del sindacato da quello dei partiti: confondere i due ruoli è molto pericoloso».

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