L'«imbeccata» dei falsi segugi
Cosìi professionisti dell'Antimafia, che già dieci fa avevano tentato di indagare in questa direzione, con il solito supporto dei «pentiti» adeguatamente insufflati, furono costretti ad archiviare le indagini. Il tentativo di ridare in replica quel film da parte dei pm di oggi che, rispetto ai professionisti dell'Antimafia di allora, sono di tutta evidenza soltanto dei dilettanti — come di tutta evidenza sono dilettanti i nuovi pentiti rispetto ai pentiti di dieci anni fa — è fallito prima ancora che cominciare. E Silvio Berlusconi ha atteso invano per tutta la giornata di ieri a Palazzo Chigi che gli fosse notificato l'avviso di garanzia come mandante delle stragi. Ma sempre ieri, sono stati i segugi di Repubblica a correre in soccorso dei pm dilettanti, umiliati e offesi, e gli hanno indicato — secondo loro — la pista giusta per riaprire le indagini: «Lasciate perdere questa storia delle bombe e delle stragi — hanno scritto ieri sul giornale che purtroppo non è più diretto dal fondatore (che gestì con ben altra maestria, quando dirigeva L'Espresso l'affare del Sifar e del colpo di Stato del generale De Lorenzo) — Berlusconi non è proprio il tipo che avrebbe potuto trattare con la mafia su un terreno così truculento». «A Berlusconi — proseguono — interessano e hanno sempre interessato solo i denari, e per i denari ha trattato con Cosa Nostra. E in particolare con i fratelli Graviano, risaliti nei primi anni '90 dalla Sicilia a Milano per riciclare i loro "piccioli". Dateli a me, disse allora Berlusconi ai Graviano, chè li investo nelle televisioni e vi faccio anche guadagnare. I Graviano gli consegnarono tutti i loro risparmi, ma il mese dopo, probabilmente per una spiata di Marcello Dell'Utri, furono arrestati. E da allora languono in galera, sottoposti ai rigori del carcere duro previsto dall'articolo 41bis». «È per questa ragione — rivelano i segugi di Repubblica — che i Graviano, dopo aver atteso invano per quindici anni la restituzione dei loro piccioli, magari anche senza gli interessi, non ne hanno potuto più e hanno mandato dai pm questo Spatuzza — che già gli era servito per imbiancare la casa — a minacciare Berlusconi, insinuando che fu il mandante delle stragi. Il messaggio è categorico: o Berlusconi, dopo le rivelazioni di Spatuzza, si decide a restituirgli i "piccioli", oppure dai pm ci andranno personalmente loro a confermare quanto Spatuzza ha anticipato». Questa è la ricostruzione di Repubblica. Questa è la tesi che secondo i «segugi» dovrebbe essere verosimile, di un Berlusconi riciclatore dei soldi della mafia. Questi dilettanti dell'Antimafia lo saranno a tal punto da far tesoro dei suggerimenti di tanto validi «segugi»?