«Tetto alla cassa integrazione per gli immigrati»

Untetto alla cassa integrazione per chi lavora in Italia ma è extracomunitario: la Lega lancia una nuova proposta-provocazione alla vigilia dell'esame della Finanziaria, sostenendo il dovere di privilegiare in tempi di crisi gli italiani. Gli ammortizzatori sociali, replica però il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, sono «un diritto». E anche il titolare della Difesa e coordinatore del Pdl Ignazio La Russa bolla la proposta del Carroccio come «ingiusta». Ma la frenata che arriva dal governo non è sufficiente a evitare che si inneschi la polemica: opposizioni e sindacati, all'unisono, alzano le barricate convinti che si tratti di una linea xenofoba e anticostituzionale. Idem il Vaticano. «Se si tratta di lavoratori regolari - commenta Agostino Marchetto, segretario del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti - è giusto che siano trattati come tutte le altre persone». L'obiettivo della Lega, spiega il firmatario della proposta Maurizio Fugatti (in serata sottolinea che è «una iniziativa personale»), è evitare «contrapposizioni tra disoccupati italiani e stranieri». Ergo, è l'avvertimento, «rimane qui chi il lavoro lo ha o chi ha la Cassa integrazione». Chi non è italiano torna «a casa» così come prevede la Bossi-Fini. Tesi e toni che non trovano però corrispondenza dentro la maggioranza. «Non vedo ragioni - dice La Russa - per discriminare i lavoratori in ragione della loro nazionalità. Mi piace discriminare in ragione dei comportamenti e dunque punire chi non rispetta la legge, chi entra clandestinamente». Per il finiano Fabio Granata (anche lui nettamente contrario) quella della Lega è una proposta «più tattica che strategica» e che serve a «dare una risposta» alla decisione di Fini di calendarizzare la legge sulla cittadinanza. Norme «incivili e razziste» è l'accusa del Pd, mentre per la Cgil si tratta di «una iniziativa xenofoba e una vera e propria sciocchezza giuridica» che incentiva il lavoro nero. «È inutile, cattiva e controproducente per lo stesso sistema delle imprese» rincara la Uil. «Una provocazione» insiste l'Ugl. E il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni si rivolge al Parlamento: «Spero rigetti in radice questa norma inaccettabile e improponibile». Una cosa la Lega l'ottenuta: compattare sindacati, maggioranza e opposizione.