Sotto torchio altri trans
Marrazzo scrive al Papa
Accuse fra transessuali, soldi che sarebbero stati consegnati dal presidente della Regione Piero Marrazzo ai brasiliani, file «segreti» contenuti nel computer trovato in casa di Brenda. Non solo. Il trans morto in via Due Ponti aveva assunto sostanze stupefacenti prima di morire per intossicazione di ossido di carbonio? E il pusher Gianguarino Cafasso, ucciso secondo la procura da un mix di cocaina ed eroina, era a conoscenza di informazioni che avrebbero potuto far tremare il mondo dei trans e dei loro clienti dopo lo scandalo Marrazzo? Queste le domande ancora senza risposta e i punti che non sono stati chiariti dai protagonisti della vicenda che ha portato alle dimissioni del governatore del Lazio e all'arresto dei carabinieri della Compagnia Trionfale, nell'ambito dell'inchiesta sulla morte del trans Brenda e del pusher della Cassia. Proprio su quest'ultimo aspetto, la procura di Roma è in attesa dei risultati tossicologici sul corpo di Brenda, per verificare se anche lei abbia o meno assunto la stessa sostanza stupefacente che ha ucciso lo spacciatore Cafasso. Gli inquirenti, per tentare di far luce su alcuni elementi coperti ancora da un velo di mistero, ieri sono tornati nell'abitazione in via Due Ponti 180, dove è stato trovato il cadavere di Brenda, il trans coinvolto nel presunto tentativo di ricatto ai danni di Marrazzo. Una visita, quella del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, necessaria per tentare di capire qual è stata la dinamica dell'incendio nel mini-appartamento del transessuale. La magistratura romana è in attesa anche dei risultati del lavoro degli esperti che hanno il compito di recuperate tutti i file contenuti nel computer di Brenda: ieri i tecnici avevano estrapolato decine e decine di migliaia di file dall'hard disc. La memoria del computer interna conteneva 130 gigabyte di dati tra quelli visibili e quelli nascosti, ossia cestinati e recuperati dagli esperti. Oggi gli investigatori masterizzeranno su un cd il materiale estrapolato dal computer e lo consegneranno ai magistrati, che dovranno poi accertare se ci sono o meno file utili alle indagini, come ad esempio il secondo video con il presidente Marrazzo. Gli inquirenti, inoltre, hanno intenzione di convocare l'amico e vicino di casa di Brenda, China, che tre giorni fa ha detto di aver saputo dal trans morto che «a fare la trappola a Marrazzo erano state Natalie e Joyce». L'ex governatore, sempre secondo China, avrebbe pagato 30 mila euro a Brenda, definita «grande esperta di computer, con il quale poteva fare ciò che voleva». Marrazzo non sarà comunque risentito dai magistrati romani, almeno per il momento. La transessuale Natalie, infine, è l'unica che al termine dei numerosi interrogatori dei carabinieri del Ros è stata considerata credibile, tanto che le è stato permesso di rimanere in Italia anche se è clandestina: si tratta della trans che era in compagnia del presidente della Regione Marrazzo nell'appartamento di via Gradoli 96.