Regionali, in Campania spunta un magistrato
Un tecnico e non un politico. Per la candidatura in Campania, è questa l'indicazione che il premier ha dato negli ultimi giorni parlando con alcuni fedelissimi. Il premier ne avrebbe parlato anche ieri con alcuni alti esponenti della maggioranza. Stavolta però aggiungendo qualche elemento in più. Il tecnico in questione sarebbe Arcibaldo Miller, super-magistrato, voluto a suo tempo dal guardasigilli leghista Castelli al Ministero della Giustizia, poi riconfermato anche da Clemente Mastella. Pm di punta della procura partenopea negli anni Novanta, il dottor Miller è stato a capo del pool anticorruzione in inchieste molto scottanti: dalla ricostruzione post-terremoto (per cui nel 1993 firmò anche un avviso di garanzia per Ciriaco De Mita con l'accusa di concorso in concussione aggravata) a sanitopoli, alle indagini sulla massoneria. Lo stesso che nel 2005 rifiutò la candidatura con l'allora Casa delle libertà come sindaco di Napoli, e che invece ora potrebbe essere l'uomo Pdl per le prossime regionali della Campania. In seconda battuta, ci sarebbe Stefano Caldoro. Di regionali Berlusconi ieri ha solo fatto un breve cenno. Confermando, raccontano fonti di governo, che alla Lega andranno Veneto e Piemonte, che nel Lazio resta la scelta su Renata Polverini, e in Campania il supermagistrato. Il tema elezioni 2010 resta comunque per ora secondario. La priorità è sempre la stessa, la giustizia. Berlusconi, continua a ripetere di non avere dubbi che alla fine si riuscirà a trovare l'accordo senza strappi all'interno della maggioranza. E proprio sulla giustizia, oggi pomeriggio alle 17, si riunirà l'ufficio di Presidenza del Pdl. I tecnici, intanto, sono al lavoro da giorni e la Consulta della giustizia presieduta dal deputato e legale del premier Niccolò Ghedini è tornata a riunirsi in serata. Nel frattempo la notizia di un imminente avviso di garanzia a Berlusconi per concorso esterno in associazione mafiosa, annunciata in prima pagina dal "Giornale", fa salire la tensione del confronto già bollente sulla giustizia. Il presidente del Consiglio, raccontano i suoi, è preoccupato per quello che, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti, definisce «un gigantesco attacco al premier» per via giudiziaria. Già contrariato per l'intervento dell'altro ieri di Gianfranco Fini sul ddl "accorcia processi" («non è certo questa la riforma della giustizia», ha detto il presidente della Camera), Berlusconi ieri ha incontrato a Via del Plebiscito il ministro Guardasigilli Angelino Alfano per fare il punto. Palazzo Chigi smentisce le indiscrezioni secondo cui nella maggioranza si starebbe pensando a modificare e quindi ridurre gli effetti del 416 bis. «Ma questo - spiega il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano - non sarebbe comunque affatto semplice», visto che i risultati alla fine potrebbero essere di due tipi: o si introduce una norma nell'ordinamento che è rimasta finora di natura giurisprudenziale o si sposta il peso sull'altra e più grave fattispecie della "partecipazione" all'associazione mafiosa. Per ora, comunque, si va avanti con il ddl Gasparri-Quagliariello. Dal calendario dei lavori indicato in commissione Giustizia al Senato si intuisce la celerità: solo una giornata, quella di lunedì 30 novembre, dedicata alle audizioni. Poi, due giorni per la discussione generale: martedì e mercoledì prossimi. Quindi, si fisserà il termine per la presentazione degli emendamenti.