"In questi giorni troppe imprecisioni su Cafasso"
Prosegue intanto anche l'inchiesta sulla morte del pusher Gianguerino Cafasso, che per la procura di Roma è stato ucciso da una dose di eroina «mascherata» da cocaina: Cafasso è morto in un albero sulla via Salaria il 12 settembre scorso. L'avvocato Monica Gregorio, legale della famiglia di Cafasso, ha incontrato ieri il pubblico ministero Francesca Passaniti, che indaga sulle cause della morte di Cafasso. «Abbiamo dato la nostra disponibilità a nominare dei consulenti medico legali. Riteniamo che con i risultati degli esami tossicologici, che ancora non sono stati depositati, si possono eliminare molti dubbi e imprecisioni dette in questi giorni», ha detto la penalista sottolineando che «Gianguerino non era la persona che è stata descritta. Aveva una condanna per droga ma risalente ad oltre dieci anni fa». «La famiglia vuole che sia fatta chiarezza. Molte sono le persone che dovrebbero esser chiamate a rispondere di quanto avvenuto, a cominciare dalla sua compagna Jennifer e una trans sua amica», ha concluso l'avvocato. Appena due giorni fa è stata anche la madre ad affermare che il figlio non poteva essere la «mente» di presunti ricatti ed estorsioni. «Mio figlio ricattato, qualcuno si è servito di lui. Penso che sia stato incastrato e messo in mezzo». Laura Cafasso, madre di Gianguerino, il pusher morto a Roma il 12 settembre, sul cui decesso ora la procura capitolina indaga per omicidio. «Penso che Rino sia finito in una vicenda più grande di lui, non credo sia stato capace di architettare queste cose, non aveva così tante amicizie. Solo da pochi mesi era a Roma. Qualcuno può essersi servito di lui ma non ho alcun sospetto», ha detto la donna. «Per noi, si rinnova il giorno della morte di Gianguerino e per questo - ha concluso la madre - non vogliamo più parlare, finché la giustizia non farà luce».