"Così quella notte Brenda ha cercato di ricattarmi"
Brenda, trans ricattatrice e violenta? Lo racconta Adriano, un signore che ha avuto a che fare con lei per caso, offrendole un passaggio. «Era fine gennaio. Erano le due di notte, stavo tornando a casa. Percorrevo via dell'Acqua Acetosa, nel punto prossimo alla svolta per accedere allo svincolo per Corso Francia». Si è fermato? «Sì. Ho visto una persona che faceva l'autostop. Ho accostato e ho chiesto: "Ti serve un passaggio?"». È sicuro che fosse Brenda, la trans morta nel suo appartamento di via dei Due Ponti a causa di un incendio? «Ne sono certo. L'ho riconosciuta in questi giorni di gran parlare sulle trans di via dei Due Ponti. Ho visto la sua foto in tv e l'ho riconosciuta. Era vestita con un paio di jeans e non ricordo che altro. Era molto truccata». Lei cosa rispose? «Più che dire, Brenda fu rapida a infilarsi in macchina e dirmi di portarla a casa. Voleva andare in via dei Due Ponti, sulla Cassia. Io le ho detto che avevo poca benzina e non me la sentivo di arrivare sin lì». E dopo? «Lei si è infuriata. Mi ha detto: "Adesso tu mi porti dove dico, altrimenti esco di qui e dico in giro che tu sei stato con me". E poi ha chiesto anche dei soldi». Quanti? «Ha chiesto dei soldi, non le interessava la cifra, voleva solo che pagassi». Era da sola quando lei si è accostato? «Sì. Non c'erano altre persone con lei». Le è apparsa lucida o su di giri? «Sembrava ubriaca. Mi ha colpito la sua determinazione però». Lei a quel punto come si è comportato? «Avevo paura. Pensavo che se mi fossi difeso sarebbero sbucate altre trans in aiuto di Brenda. E di solito queste persone sono armate di coltello. Così ho pensato di evitare il peggio. Insomma, ho realizzato che mi ero messo in una situazione che poteva degenerare e che era fuori il mio controllo. Allora le ho detto che non avevo niente da nascondere, che non sarei caduto in quel giochetto al ricatto e che avrei chiamato i carabinieri. Come ha sentito quella parole Brenda è diventata una furia. Ha aperto il cruscotto della vettura, ha preso il libretto di circolazione ed è scesa in strada. Ha cominciato a urlare, a colpire l'auto a calci. Ha anche staccato uno dei tergicristallo. Ho chiamato i carabinieri. Lei continuava a urlare. Non era per niente preoccupata dal fatto che avessi avvisato il 112. Sembrava non temere conseguenze». E quando sono arrivati i militari? «Si comportava come prima». Come si è sbloccata la situazione? «I carabinieri hanno cercato di calmarla. Lei ha trattato male anche loro. Mi hanno chiesto se volevo sporgere denuncia. Ho guardato la macchina, c'era un piccolo bozzo alla carrozzeria ma non ero intenzionato a farle causa: avrei speso più di avvocato che di riparazione». Quindi? «Ho detto che se mi avesse chiesto scusa l'avrei chiusa lì. Non mi interessava nulla». Scusi, ma che tipo di auto è la sua? «Una Peugeot 206».