L'attacco di Natalie: China mente
Natalie contro China, la guerra dei trans seconda parte. È andata in onda ieri sera a Porta a Porta. Il giorno prima Bruno Vespa aveva ospitato l'amica di Brenda. Ieri ha ascoltato la versione di Natalie, la trans brasiliana che vive nell'appartamento di via Gradoli 96 dove il 3 luglio i quattro carabinieri indagati hanno fatto irruzione sorprendendo l'ex governatore del Lazio in mutande. «La verità la conosciamo solo io e Piero Marrazzo - attacca Natalie - Il 3 luglio Piero Marrazzo mi ha chiamata verso mezzogiorno sul telefono di casa. Dopo cinque minuti era già sulla porta di casa mia. Lui veniva con la macchina, io aprivo il cancello, e lui entrava con la sua auto. Era un ingresso molto riservato». Cinque minuti dopo, due persone battono energicamente alla porta: "Gridavano - racconta Natalie - dicevano "aprite, sappiamo che c'è una festa, siamo carabinieri". Io non volevo aprire, Piero mi ha detto di farlo». Quando i carabinieri sono andati via Natalie dà a Marrazzo «un bicchiere d'acqua per cercare di calmarlo. Poi se ne è andato, ma mi ha richiamato e mi ha chiesto di andare a casa sua. Io sono arrivata sotto la sua casa e lì c'era il suo autista che mi ha fatto cenno che la strada era libera. Quando sono stata davanti a lui, mi ha detto: "Non dire a nessuno di questa cosa . Lo sai che ti voglio bene e che mi fido di te». Una storia, quella dell'amicizia tra Piero Marrazzo e Natalie, nata nel febbraio 2001. E l'incontro, stando al trans, avviene a Via del Corso. «Io ero lì per comprare delle scarpe e lui mi ha notata. Avevo una catenina con scritto sopra il mio nome e da lì è riuscito a rintracciarmi su internet. Poi è nata un'amicizia. Mi cercava una o due volta alla settimana, poi potevamo passare anche dei mesi. Lui all'inizio non aveva capito che ero un transessuale, pensava che fossi una donna». Poi il capitolo-droga: «Marrazzo non ha mai portato, né mi ha chiesto di portare la droga. Non posso affermare con certezza ciò che succedeva con gli altri, ma a me non ha mai detto che prendeva droga». Vespa chiede allora del piatto con la cocaina che sarebbe stato presente quella sera al momento del blitz: «No, lui l'ha vista solo quando poi si è vestito e l'ha vista sul piatto insieme al suo tesserino. Ho visto il video, me lo hanno mostrato i giudici. All'inizio si vede solo un tavolino con dei soldi. La droga appare dopo, e secondo me è stato un montaggio». Ma nel blitz dei carabinieri «Cafasso non c'era. Su Cafasso non so dire niente ma certo la morte di Brenda è strana. Altri potevano avere interesse che sparisse perché spesso quando era ubriaca rapinava i clienti, li trattava male e chiedeva i soldi ai trans».