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In gioco il futuro dell'Italia

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Il partito di Di Pietro destinato a una marcia di avvicinamento al partito democratico e l'Udc di Casini che comunque aveva perso pezzi importanti. La strada si è rivelata tortuosa. Soprattutto per colpa della sinistra, la sua debolezza, la sua frammentazione e le sue liti, in politica hanno conseguenze anche nello schieramento avverso. È un po', con altra portata e importanza, quello che avvenne con la caduta del muro e la fine del Pci. Anche la Dc, che alla fine degli anni '80 sembrava aver vinto la storica battaglia con i rivali, si sgretolò. Certo Mani Pulite ebbe la sua importanza, ma privata dell'avversario storico perse la sua identità politica. Così oggi vediamo a sinistra un cantiere sempre aperto. Bersani appena eletto ha dovuto subire la sua prima scissione. Rutelli, uno dei fondatori del nuovo partito, è andato via per una nuova avventura politica cercando l'alleanza con Casini. Inoltre tra ex Margherita ed ex Ds la linea di demarcazione non si è allentata. Poi c'è il braccio di ferro con l'Italia dei Valori sul chi è più antiberlusconiano. Di Pietro farà la sua manifestazione. Bersani non aderisce, ma, cinque giorni dopo, sarà lui a protestare. Una sfida in piazza per ottenere il primato. I guai a sinistra aprono varchi a un confronto, a volte troppo acceso, anche a destra. Fini da tempo persegue una sua personale strada. Pensa e parla non come il cofondatore del Pdl, ma come un soggetto politico autonomo. Talvolta i ministri si lasciano andare a un dibattito pubblico che sembra minare la compattezza del governo. Ad animare il dibattito ci pensano gli stessi esponenti della maggioranza. Senza contare che tra parte degli ex di An e Lega il confronto è arrivato agli insulti. Berlusconi con il suo invito a mantenere il confronto all'interno del governo cerca di tappare la falla. A dargli una mano potrebbe arrivare proprio il provvedimento sulla durata dei processi. Con l'associazione magistrati che va alla guerra e si trascina i pezzi dell'opposizione, la maggioranza non può non dar prova di compattezza. Stavolta ogni distinguo, ogni divergenza può dare alla sinistra e ai magistrati la forza che non hanno. È una prova fondamentale per questa legislatura. Se la compattezza venisse meno, quella minaccia di elezioni anticipate, respinta dal premier, potrebbe tornare d'attualità. Ma sarebbe una sciagura per il Paese, che, in ripresa, ha bisogno di essere guidato dalle forze premiate dagli elettori. Il bipolarismo può garantire la governabilità. E il confronto sulla giustizia è lo spartiacque tra un sistema moderno e il proliferare di sigle e personalismi che ostacolerebbero la governabilità.  

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