E i Democratici sfidano Di Pietro, in piazza
Oraè ufficiale. Anche il Pd avrà la sua piazza. L'11 e 12 dicembre. Una settimana esatta dopo quella che vedrà tra i protagonisti l'Idv. Così, tanto per non offendere nessuno. Anche se la manifestazione lanciata ieri dai Democratici sarà profondamente diversa da quella cavalcata da Antonio Di Pietro. Anzitutto nella forma. Idv & Co. cercheranno di riempire Piazza del Popolo al grido di «No Berlusconi». Il Pd, invece, mobiliterà in 1000 piazze italiane i propri circoli e il popolo delle primarie. L'obiettivo è quello di lanciare delle proposte su cui costruire l'alternativa al governo di centrodestra. Anche lo slogan scelto non è dei più violenti nei confronti del Cavaliere: «Sempre i problemi suoi, mai i problemi nostri». Con Silvio Berlusconi che non viene neanche citato, tutt'al più evocato. Il che non significa che si tratterà di un'iniziativa a favore del governo. Tre i temi principali che saranno al centro della mobilitazione, e che sono toccati anche in tre manifesti che verranno affissi nelle maggiori città italiane: lavoro, sanità, imprese. E per ognuno di essi una frase che critica l'operato del governo: «Un milione di disoccupati in più» (che rievoca, ma in negativo la promessa di Berlusconi del 2001 ndr), «Zero euro in Finanziaria per la ristrutturazione e la costruzione di ospedali più moderni», «A rischio 50mila piccole imprese e studi professionali». Nelle piazze in cui saranno mobilitati gli iscritti e gli elettori, saranno indicate anche le proposte del Pd su queste problematiche. «La nostra opposizione - ha detto il vicesegretario Enrico Letta che ha presentato l'iniziativa assieme al presidente del partito Rosy Bindi - è sempre caratterizzata dall'indicazione di un'alternativa: il "no" a Berlusconi è seguito da una serie di sì al altre proposte. Il nostro obiettivo è convincere il 51% degli italiani a lasciare la politica del governo Berlusconi, attraverso le nostre proposte». «Lo slogan della iniziativa - ha aggiunto Bindi - parla da solo. A Berlusconi interessano solo i propri problemi, mentre a noi interessano quelli degli italiani». «Noi - ha continuato - non ci limiteremo ad andare in 1000 piazze, ma cercheremo di creare una occasione di aggregazione e dibattito su delle proposte su cui costruire l'alternativa al governo». In ongi caso, sottolineano i due esponenti democratici, questa iniziativa non è alternativa al «No B day» del 5 dicembre. «Siamo contenti che il 5 dicembre - ha spiegato Bindi - ci sia questa iniziativa promossa dai blogger e dal popolo della "rete", e sono sicura che molti del Pd parteciperanno; ma è giusto rispettare un'iniziativa promossa dal basso, e per questo il Pd farà una propria iniziativa». Dopo la due giorni dei Circoli, il Pd convocherà per il 14 dicembre a Milano 1000 propri amministratori locali. «Lì - ha detto Letta - diremo no al Federalismo del governo fatto a parole, e sì a un federalismo dei fatti», con la proposta di «superare il Patto di stabilità interno» e consentire ai Comuni di investire nelle infrastrutture di loro competenza. Insomma il partito di Pier Luigi Bersani comincia a dare i primi segnali di vita (oggi dovrebbe essere annunciato anche l'organigramma con i membri della segreteria e i responsabili dei dipartimenti). Anche se non è difficile notare la diversità dei toni usati nei confronti del governo. L'antiberlusconismo il Pd preferisce lasciarlo a Di Pietro e alla sinistra radicale. Le 1000 piazze dell'11 e 12 dicembre sono soprattutto una sfida a loro.