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Fini: "È uno stronzo chi dice che gli stranieri sono diversi"

Gianfranco Fini

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  Veramente non ne sentivamo la mancanza. Se è un modo per rapportarsi con i cittadini, la politica ha scelto una falsa scorciatoia che potrebbe rendere il confronto politico più becero. Nel linguaggio entra di diritto la parola «stronzo». Il via libera l'ha dato il presidente della Camera, Fini, che così ha definito chi usa frasi razziste contro gli immigrati. Da oggi la parola «stronzo» entra di diritto nel linguaggio. Non solo in quello di strada, amichevole e informale. No adesso tutti saranno autorizzati a farne uso in qualsiasi occasione. Anche quelle più importanti e formali, perfino a scuola. La «liberazione» che, vale la pena di precisare, tale non è, arriva dal presidente della Camera Gianfranco Fini, che l'ha usata di proposito quando, parlando a dei ragazzi stranieri, ha detto che chi pensa che «siano diversi è uno stronzo». E per essere chiaro, l'ha ripetuta più volte. Ormai siamo abituati a Fini che stupisce o crea polemiche. Quando può non perde occasione per segnare la sua autonomia dal Pdl. E questo significa posizioni divergenti su molti aspetti della politica di governo con l'immancabile seguito di polemiche. Fini fuori dalla maggioranza, Fini cavallo di Troia della sinistra. Di accuse così ne abbiamo sentite tante. Ora l'ex leader di An, che pure con Bossi firmò la legge che doveva porre un limite all'immigrazione clandestina, non perde occasione per ergersi a paladino degli extracomunitari e dei loro diritti. A partire dalla questione del voto e della cittadinanza per gli immigrati regolari. Posizione contestata dalla Lega. E ieri è andato avanti su questa linea. Parlando davanti a una cinquantina di ragazzi tra gli otto e i diciotto anni, immigrati o figli di immigrati, ha dato dello stronzo a chi parla di diversità degli stranieri. Non solo, ma è andato oltre, accusando la stampa di calcare la mano sui reati commessi da stranieri. Evidenziando sempre la nazionalità dell'eventuale colpevole si può dare l'impressione che tutti siano delinquenti. Ma la cosa sarebbe rimasta li, forse non se ne sarebbe parlato se il presidente non avesse scelto di ricorrere alla parolaccia. E infatti il clamore c'è stato subito. Il ministro leghista Calderoli non ha perso tempo e si è inserito nella polemica usando gli stessi termini del presidente della Camera. «È altrettanto stronzo chi illude gli immigrati». E stavolta è difficile pensare che l'insulto leghista non sia rivolto al presidente della Camera. Così come quello di Fini aveva come bersaglio alcuni esponenti leghisti. Storia vecchia. Certo. Anche se ogni occasione è buona per l'ex leader di An per smarcarsi da qualcuno della maggioranza. Stavolta la novità sono le parole usate. Quello «stronzo» che ha creato qualche stupore. Qualcuno l'ha paragonato a quella parolaccia che Zavattini usò volontariamente per radio tanti anni fa. Ma diverso il contesto, diverso il ruolo dell'autore della provocazione. Diverse le conseguenze. Qui è il presidente della Camera che lo fa. Allora dobbiamo abituarci a polemiche politiche condite di parolacce? E le parolacce entreranno ovunque come fatto normale? Se lo dice Fini... Sarà come lottare contro i mulini a vento, ma speriamo non sia così. Almeno su questo Fini, faccia marcia indietro. Non potremo evitare le liti, ci risparmi almeno le volgarità.

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