Bruno: si facciano indagini anche sui servizi deviati
«Bisognaindagare su quelle zone grige dei servizi segreti. Penso che potrebbero esserci altri omicidi; sì perchè quello di Brenda è un omicidio che contiene un avvertimento di stile mafioso rivolto a quel mondo di ricattatori». Il criminologo Francesco Bruno non crede alla tesi del caso fortuito. «Dietro a questa vicenda c'è un meccanismo criminoso complesso che non ha lasciato niente all'improvvisazione». Perchè pensa che bisognerebbe indagare anche sui servizi deviati? «Normalmente i servizi segreti nei Paesi indagano e raccolgono informazioni da mandare al governo su quello che potrebbe avvenire. Devono avere infiltrati e quindi si insinuano in ambienti sordidi e sporchi. Le persone con cui vengono in contatto non sempre sono giocatori leali e quindi non parlano solo con un referente. C'è un'area grigia su cui non c'è controllo nemmeno da parte dei servizi e da questa area possono giungere informazioni intossicate cioè che servono solo per mandare messaggi mafiosi e non per illuminare una scena di reato». Quali sono gli indizi che le fanno pensare a un omicidio con un messaggio mafioso? «Nel caso Brenda ci sono elementi per poter dire che si tratta di un'area grigia che ha contatti con l'ultima pedina transessuale drogata e con uomini politici di rilevante importanza. Ci può essere il carabiniere deviato e strutture che lo Stato non controlla più, che vivono nei risvolti della nostra società malata. Sul mondo degli scandali sessuali e dei trans non sappiamo niente. La tipologia dell'azione appartiene a questo mondo». Vuol dire che la scena della morte di Brenda le suggerisce una sorta di complotto? «Esaminiamo i vari elementi. C'è il fuoco, il computer nell'acqua, l'orario del delitto, le affermazioni dei primi testimoni, il corpo della vittima sul letto, la mancanza apparente di violenza, le valige pronte per andare via. Quando si fa un reato alle tre di notte vuol dire che si pensa che quella è l'ora giusta. L'utilizzo del fuoco per far scomparire le tracce è tipico della mafia. Quando si colpisce una persona che è in procinto di partire vuol dire che si hanno informazioni di prima mano. Il che indica che siamo in presenza di una organizzazione molto evoluta, non di semplici criminali». L'omicidio, se di questo si tratta, è stato compiuto per impedire che emergessero altri fatti? «Brenda non doveva parlare e forse è andata oltre. Doveva tornare nell'ombra. Era diventata una pallottola impazzita che poteva colpire chiunque. Probabilmente ci sono altri politici sotto ricatto, e forse l'uccisione ha il significato di chiudere la vicenda. È un avvertimento a chiudere questo capitolo in modo che il meccanismo dei ricatti possa continuare. Chi è sotto ricatto se pensa di poter essere scoperto da un momento all'altro, non paga più». Ci potrebbero essere altri cadaveri? «È probabile di sì. È possibile che si stiano preparando eventi pericolosi per la nostra stabilità politica perchè si respira un clima da rapimento Moro». Verranno fuori altri nomi di vip coinvolti in questo meccanismo di ricatti o tutto sarà risucchiato dal silenzio? «Tutti e due gli scenari sono possibili. È possibile che questo messaggio mafioso sia bastato. Ricordate l'omicidio di Calvi che si volle far passare per suicidio?»