Antonella Scutiero NAPOLI «Sono io il candidato naturale in Campania, tuttavia sarà il partito nazionale a decidere».
Maormai la sua occasione per provare a sedersi sulla poltrona di governatore sembra irrimediabilmente sfumata. Nessuno sembra più volere il candidato Cosentino: lui lo sa e seppure ritiene «evidente» il sostegno di Berlusconi, perde la baldanza dei giorni scorsi, facendo un passo indietro e rimettendo la scelta all'ufficio di presidenza del Pdl, che si riunirà giovedì nella Capitale. Ma in realtà la decisione dovrebbe slittare ancora. «Non sto ripensando alla mia candidatura – spiega il coordinatore regionale Pdl – ma credo sia giusta una riflessione a livello nazionale del partito sul caso Cosentino. La mia discesa in campo non riguarda solo me, non mi sono certo svegliato una mattina», ci tiene a puntualizzare, aggiungendo che è invece frutto di un ragionamento all'interno del partito. Ai cui vertici rimette la decisione: «Se quella decisione non convince più, solo il luogo dov'è nata può trovare un'alternativa». I tempi, però, non saranno brevi: «L'ufficio di presidenza sta riflettendo su tutte le candidature, poi siamo impegnati con le riforme in Parlamento». I magistrati l'hanno convocato domani in Procura, i suoi legali hanno chiesto il differimento: «Non sono riusciti a leggere gli 11 faldoni che mi riguardano. L'inchiesta è cominciata negli anni '90, più volte è stata archiviata e riaperta, e mi vedrà indagato forse per altri 10 anni. Ma se la richiesta non venisse accolta non mi avvarrò della facoltà di non rispondere». Poco spazio per le polemiche interne, di cui mostra di non preoccuparsi: «Le mie dimissioni da sottosegretario? Mi pare sia solo Bocchino a chiederle». Ce l'ha invece con chi ha organizzato «una bomba ad orologeria» per bloccare il cambiamento della Campania. «Abbiamo combattuto in questi anni contro un blocco di potere, a questo partito degli sconfitti ha partecipato anche qualcuno dei nostri. Ma tutto questo non cancella 15 anni di malgoverno della sinistra. Bassolino dice che possono vincere? Se lui è il miglior candidato del Pd, figuriamoci il peggiore...». Se Cosentino non è più il candidato, non diminuisce il suo peso nel partito, e il suo ruolo nella designazione di un nuovo nome. Con lui ieri c'erano Raffaele Calabrò e Stefano Caldoro, segretario del Nuovo Psi: entrambi, soprattutto il secondo, sono dati come «papabili». I due non hanno aperto bocca durante la conferenza, ma la loro riapparizione al fianco del sottosegretario non sembra una coincidenza. E non lo è nemmeno la presenza di Cosentino – in qualità solo di coordinatore regionale, precisano gli organizzatori - in una manifestazione a Secondigliano al fianco di Viespoli, anche lui in corsa e caldeggiato da un'ampia parte degli ex An. Ma in pista ci sono anche i tecnici. Potrebbe essere uno di loro il candidato? «Saranno gli eletti in Campania a decidere», replica Cosentino. Tramontata l'ipotesi Bertolaso, torna a farsi forte quella di Gianni Lettieri. Il leader degli industriali partenopei in settimana ha incontrato Mara Carfagna, in visita in città. Un incontro informale, il loro, durante il quale il ministro ha assicurato a Lettieri il suo appoggio, promettendo di «sondare il terreno» con Berlusconi. L'esponente dell'industria le ha affidato un messaggio: la sua non è una candidatura, ma la risposta alle molteplici sollecitazioni arrivategli dal territorio. Ma sulle nomine, la Carfagna l'ha precisato, il leader Pdl è stato chiaro: a decidere sarà solo l'ufficio di presidenza. E la partita rimane ancora aperta.