Non si può dire che non abbia l'espressione tipica dell'uomo naif.
Elui sembra proprio esserne fiero, puntando su questo per differenziarsi dagli altri colleghi. Definito ormai un «finiano doc», di sue dichiarazioni "contro corrente" , negli ultimi mesi, ne abbiamo viste e sentite tante. Fabio Granata si presenta, appunto, come uno degli uomini più vicini al presidente della Camera, sostenendo le sue battaglie e il suo essere tranchant verso il Pdl e Berlusconi. I suoi cavalli di battaglia? La lotta alla criminalità, l'ambiente, la cultura, l'immigrazione. Tutti ambiti e settori sui quali il deputato ha presentato anche diverse proposte di legge, spesso non in linea con il suo partito. La domanda a questo punto è: perchè? Strategia o semplice modo di essere? Chi lo conosce nel Pdl ne parla come di «uno che si muove non secondo regole di partito. Del resto, basta vedere la sua matrice...». Ed eccola la sua "matrice": siracusano doc, classe 1959. Avvocato penalista, specializzato in beni culturali con un master realizzato nella sua città. Vice segretario del Fronte della Gioventù (il movimento giovanile del Msi) negli anni in cui l'Fdg era guidato da Gianni Alemanno. Proprio per le sue origini, e in linea con tutti gli esponenti della destra siracusana, punta la sua politica sulla lotta antimafia. Fin qui nulla, forse, di strano. Ad un certo punto, il giovane Granata entra a far parte della Rete, il movimento fondato da Leoluca Orlando, con un dna centrato proprio sulla lotta alla mafia. Ed è questa, come raccontano esponetenti del Pdl siciliano, «l'origine del suo spirito ribelle». Rientrato poi in An, all'inizio non era di certo un «finiano doc». Era molto più vicino a personaggi del partito come Maurizio Gasparri o Ignazio La Russa. Era, appunto. Amico di Stefania Prestigiacomo (sua concittadina) e Anna Finocchiaro. Fu poi Fini a nominarlo responsabile del Dipartimento politiche culturali di Alleanza Nazionale, e poi a volerlo in Parlamento. In questo anno e mezzo di legislatura lo si è visto prendere posizioni spesso "incomprensibili" ai suoi colleghi. O come si commenta nel Transatlantico di Montecitorio, «inseguendo ideali più di sinistra che di destra». Come quando ha presentato una proposta di legge per l'insegnamento dell'educazione ambientale. O anche quella sull'ordinamento della professione di guida turistica. Per non parlare poi della proposta a doppia firma Fabio Granata (Pdl) e Andrea Sarubbi (Pd) sulla cittadinanza, un testo contrastato fin dall'inizio da tutta la Lega e su cui l'area An del Pdl si è letteralmente spaccata in due. Tra le sue ultime battaglie quella per la tutela del Colle Tuvixeddu in Sardegna, iniziativa lanciata da Legambiente e sposata in pieno da Granata, in contrasto con il Pdl sardo. Ma lui, il naif Granata, va avanti. Senza dubbi o perplessità. Il problema è però, che spesso non è neanche compreso. Gia.Ron.