Schifani: al voto se il governo non tiene Bersani: "Hanno seri problemi"
"Maggioranza compatta, oppure si torni al voto". Il monito del presidente del Senato, Renato Schifani, segna la giornata politica iniziata con punture di spillo, ma anche sciabolate nel Popolo della libertà. Senza compattezza si va al voto - Giudice ultimo La seconda carica dello Stato ha scandito con forza: "Compito della maggioranza è garantire che in Parlamento il programma del Governo trovi la compattezza degli eletti per approvarlo. Se questa compattezza viene meno il risultato è il non rispetto del patto elettorale" e "se ciò si verificasse, giudice ultimo non potrebbe che essere, attraverso nuove elezioni, il corpo elettorale. La scelta dei cittadini non va tradita, va rispettata fino in fondo senza ambiguità e incertezze". Fini: necessario un modello condiviso - Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, attaccato nuovamente dal Giornale, dal canto suo ha rilevato: "In un sistema bipolare un po' muscolare come quello italiano bisogna cercare, almeno sulle grandi questioni, di avere un modello condiviso dell'Italia prossima ventura. Sono molti quelli che seguono gli umori e pochi quelli che li guidano e li preparano". E il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, sottolinea: "Il premier è intenzionato a proseguire nella sua azione. Non c'è il complotto del Presidente della Repubblica e del presidente della Camera, che è una roba che non esiste n in cielo nè in terra. Però esiste un network fatto da alcune Procure, da un gruppo editoriale, dall'Italia dei valori e da una parte del Pd, che vuole usare la giustizia per ribaltare il quadro politico uscito dalle urne". Bersani: problemi nel centrodestra - Dall'opposizione il segretario Pd, Pier Luigi Bersani, incalza: il centrodestra e il presidente del Senato non sono i "padroni della conduzione della legislatura" e le frasi di Schifani sono solo la "conferma dei problemi del centrodestra". Nel centrosinistra tenere banco è però lo scontro Idv-Pd sul "No B day", la manifestazione anti-Berlusconi: "Il 5 dicembre scendiamo in piazza - dice il leader dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro - e chi non sarà con noi, sarà alla stessa stregua del governo Berlusconi". Netta la replica di Bersani: "Noi facciamo le nostre manifestazioni e lezioni di antiberlusconismo non le prendiamo da nessuno. Il più antiberlusconiano è quello che riesce a mandare a casa" il premier, "non quello che grida di più". Casini: possibile soluzione sulla giustizia - Dal canto suo il leader Udc, Pier Ferdinando Casini, ritiene possibile una soluzione sulla giustizia: "Chiediamo ufficialmente un incontro al Pd. Se c'è la collaborazione di tutti una terza strada forse si può trovare. Ma senza sponde è molto difficile". Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, non ha dubbi: "Bersani fa il braccio di ferro con Di Pietro per vedere chi è più antiberlusconiano. Corre dietro all'estremismo".