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La signora Ahmadinejad conquista il vertice rosa

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LeFirst ladies, compatte, hanno lanciato il loro appello al termine del pre-vertice organizzato alla vigilia del summit di oggi della Fao sull'emergenza alimentare. Con loro, nel suo primo intervenuto pubblico, Azam al-Sadat Farahi, la moglie cioè del presidente iraniano Ahmadinejad. In chador nero e occhiali fumè ha lanciato un appello per garantire cibo e medicine nella Striscia di Gaza, proposto l'esempio iraniano per la sicurezza alimentare nelle famiglie e accusato «l'attitudine mercantilista allo sfruttamento delle risorse e la politica dell'occupazione e della corsa alle armi» definendole responsabili della povertà e della fame nel mondo. Portavoce delle First ladies, riunitesi per la seconda volta a Roma dopo l'incontro di alcuni mesi fa a Sharm El Sheik è stata, ancora una volta, Suzanne Mubarak, moglie del presidente egiziano. Una riunione importante, tutta dedicata alla necessità di un maggior coinvolgimento delle donne, ma che è stata anche l'occasione per un confronto al femminile tra due Paesi con rapporti molto delicati come l'Egitto e l'Iran. «Ma con Teheran - ha assicurato la signora Mubarak - abbiamo già buone relazioni, così come con tutti i Paesi presenti oggi alla riunione». L'obiettivo, ha spiegato la First lady egiziana è quello di «dare alle donne una piattaforma per fare in modo che la loro voce venga ascoltata». Le donne, infatti, come ha sottolineato il direttore generale della Fao, Jacques Diouf, producono dal 60 all'80 per cento delle derrate alimentari, eppure non hanno possibilità di accesso a risorse alimentari, alla terra e al credito. «Quando si parla di lavorare insieme per eliminare il problema della fame, che è la più grande sfida dell'umanità - ha spiegato ancora Suzanne Mubarak - le donne devono essere parte in causa perchè le decisioni che vengono prese pesano sulla loro vita e sulle loro famiglie». Per questo le First ladies, tra le quali anche la moglie del leader libico, Gheddafi, hanno deciso di stilare un documento, che verrà presentato oggi nel corso del vertice Fao, nel quale spiegano qual è il loro obiettivo: impegnarsi «affinché le loro voci si possano sentire ovunque» e «obbligare» la Comunità internazionale a mantenere gli impegni presi. «Sulla sicurezza alimentare e su come porre fine alla fame nel mondo - ha concluso la First lady egiziana - abbiamo sentito tante promesse dalla Comunità internazionale e dallo stesso G8 de L'Aquila, promesse che non ritengo siano state mantenute. Ora è il momento di farlo».

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