Il Papa: «L'alimentazione sia un diritto universale»
Ieriintanto, all'Angelus a piazza San Pietro, è tornato a lanciare un appello per la tutela dell'ambiente, tema che si intreccia con le risorse alimentari e energetiche del pianeta. In controcorrente rispetto a molti leader dei Paesi ricchi che diserteranno l'incontro della Fao, Ratzinger parlerà dalla tribuna dell'organizzazione mondiale dell'Onu per il Cibo e l'Agricoltura e chiederà a presenti e essenti un impegno collettivo, finora dimostratosi poco efficace. «È necessario che maturi una coscienza solidale, che consideri l'alimentazione e l'accesso all'acqua come diritti universali di tutti gli esseri umani, senza distinzioni né discriminazioni», affermava il Papa nell'ultima enciclica Caritas in Veritate. Alla vigilia del vertice Fao, il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi , in un editoriale alla Radio Vaticana, ha spiegato che proprio questo è il punto nevralgico del messaggio della Chiesa: «Il diritto all'alimentazione è essenziale per garantire lo stesso diritto primo fra tutti, quello alla vita», ha osservato padre Lombardi richiamando le parole di Benedetto XVI. «Sì, perché di fame e di sete si muore, e se non si muore si vive a metà», ha aggiunto il religioso. «Un vertice - ha commentato ancora - che si svolge in uno scenario della cui drammaticità ci si dimentica troppo spesso». Nel 2000, ha ricordato, il famoso «Vertice del Millennio aveva proclamato che il numero degli affamati avrebbe dovuto dimezzarsi, dagli 800 milioni di allora a 400 nel 2015; ma nel 2009 siamo invece arrivati a 1 miliardo e 200 milioni! Una tragedia orribile, una spinta fortissima alle migrazioni, una minaccia gravissima per la pace», ha denunciato padre Lombardi. Per il Vaticano «è evidente che la via principale per affrontare il problema è favorire lo sviluppo agricolo dei paesi più poveri, coinvolgendo il più possibile le comunità locali, mettendo cioè la persona umana al centro dello sviluppo». «Questo - ha avvertito il portavoce del Papa - è nell'interesse della comunità mondiale, di quella famiglia di popoli che dovremmo essere. Non dovrebbe essere difficile capirlo per i partecipanti al Vertice di Roma. Ma poi bisognerebbe agire di conseguenza. Se no le morti per fame aumenteranno ancora».