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Troppe tessere, pochi voti

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Inmolti, all'interno dello stesso partito, hanno denunciato il tesseramento «drogato» che ha portato la Campania ad avere un numero di iscritti abnorme rispetto alle medi a nazionali: solo la provincia di Caserta conta più tesserati al Pd dell'intera regione Lombardia. E chi segnalava il pericolo che tra questi iscritti ci fossero uomini della camorra è stato facile profeta. Si è scoperto così che a Castellammare di Stabia erano tesserati la nuora del boss D'Alessandro e uno dei killer dello stesso clan, autoaccusatosi dell'omicidio del consigliere comunale Pino Tommasino, anche lui in forze allo stesso Partito democratico. Questo è quello che è già venuto alla luce del sole. Molto altro ancora non è stato svelato. Gli elenchi dei tesserati a Castellammare sono stati acquisti dalla Questura per confrontarli con gli elenchi dei pregiudicati. E dall'interno dello stesso Pd si segnalano molti altri casi anomali in giro per la provincia e la città di Napoli. A San Giorgio a Cremano, grosso centro alle porte di Napoli, zona controllata dal clan Sarno, alle ultime elezioni il Pd ha avuto 5.820 voti, nonostante fosse forte di un esercito di tesserati con quasi 2.500 nomi: normalmente ad ogni militante corrispondono almeno dieci voti. Stesso discorso nelle periferia della città ad alto rischio di camorra. A Barra-Ponticelli-San Giovanni a Teduccio, periferia Est, dove regnano clan che hanno il nome di Aprea, Cuccaro, Sarno, Rinaldi, Formicola, il Pd ha avuto oltre 13mila voti (con oltre 3mila iscritti). A Bagnoli-Fuorigrotta, periferia occidentale, zona sotto il controllo dei D'Ausilio, i Baratto-Bianco, i Sorrentino e i Sorprendente, gli iscritti sono 3.242, i voti poco più di 11mila. Stesso rapporto anche nella periferia Nord, tra Secondigliano, Miano e Scampia, territorio governato dai feroci Di Lauro e dai rivali «scissionisti» degli Amato-Pagano: ben 1.791 iscritti e «solo» 6.651 voti. Rob. Pa.

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