"Chi vuole il Lodo può ripresentarlo"
La riforma della Giustizia che ipotizza l'istituzione del "processo breve" proprio non piace all'opposizione che ha immediatamente annunciato battaglia. Ma, dall'intransigenza di Pd e Idv, l'Udc ha voluto prendere le distanze e nonostante non abbia risparmiato critiche, è arrivata una sorta di apertura al governo da parte del leader del partito Pier Ferdinando Casini: «Questo disegno di legge per abbreviare i processi è realmente una porcheria, un provvedimento che dimentica le vittime, sfascia l'ordinamento giudiziario e abroga la giustizia», ma al tempo stesso propone un rimedio proponendo «al più presto un nuovo lodo Alfano, ma questa volta come legge costituzionale». Un appello al quale il Ministro della Giustizia Angelino Alfano non ha fatto attendere risposta: «Chi dovesse ritenere giusta quella norma può avere la possibilità di ripresentarla in forma costituzionale». Poi però si lascia andare e spiega: «Sulla riforma della Giustizia il dialogo con l'opposizione non può tradursi in un eterno bla bla che non porta a nulla. Se la "d" di dialogo non funziona, ci vuole un'altra "d" quella di decisione». E continua: «Fare riforme condivise è sempre auspicabile però dobbiamo anche realizzare quello che abbiamo promesso». Immediata poi la replica alla capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro, che chiedeva al ministro di riferire in Aula riguardo a quanti processi questo provvedimento manderebbe al macero: «Come ministero stiamo già lavorando per capire materialmente l'effetto che il provvedimento che avrà nella realtà giudiziaria del nostro Paese. Però qualunque sarà il risultato di questo nostro lavoro va posto a paragone rispetto ad un altro tema oggi vivo e vero che è quello delle prescrizioni che si verificano per l'infinita durata dei processi, per una macchina organizzativa della giustizia che va fatta funzionare meglio». Secca intanto la bocciatura da parte del dal segretario del Pd, Pierluigi Bersani verso ogni provvedimento sulla giustizia che vedrebbe Berlusconi come principale beneficiario: «La Corte costituzionale ha chiarito che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, e quindi il premier deve sottoporsi a giudizio. Il nostro obiettivo sarà quindi fermare queste norme e sottolineare ancora una volta che questo Paese è sempre nel tritacarne dei problemi di Berlusconi, e non va bene». Molto duri anche i toni usati dall'Idv «Questa non è una legislatura - commenta il capogruppo del movimento alla Camera, Massimo Donadi -, ma un "romanzo criminale". Il processo breve è l'ennesima norma ad personam per Berlusconi, e se dovesse essere approvato in parlamento, i cittadini lo bocceranno col referendum».