La figuraccia di Lula e l'estremismo gauchista
Pessima prova del Brasile: il Supremo Tribunal Federal ha deciso un nuovo rinvio, il secondo, della sentenza sull'estradizione in Italia di Cesare Battisti. La decisione è stata preceduta da una serie di colpi di scena mediatici ben poco consoni a un Alta Corte. Il giudice Marco Aurelio Mello, ha infatti annunciato alla televisione che voterà «no» con un'incredibile motivazione: «Battisti è stato sottoposto a persecuzione politica in Italia». L'ultimo dei giudici nominati dal presidente Lula, Antonio Dias Toffoli, ha invece annunciato, sempre ai media, che si asterrà. Probabilmente questo avrebbe provocato un'immobilizzante situazione di parità. È dunque confermata dai supremi giudici contrari all'estradizione, la grave offesa alla magistratura italiana che ha giudicato secondo le regole di una democrazia piena i delitti di Cesare Battisti - tra i quali l'odioso omicidio del gioielliere Torregiani - e che continua ad essere invece accusata dal ministro della Giustizia brasiliano, l'ex trotzkista Tarso Genro, di persecuzione politica, come se l'Italia fosse un paese totalitario. Giudizio ora condiviso da almeno la metà del Tribunale Federale. Pessima anche la prova data dal presidente Lula, che si barcamena tra le frecciate estremiste del suo ministro e la ragion di Stato, che gli impone di portare rispetto ad un paese amico e di provata democrazia qual è l'Italia. Una brutta storia in cui il Brasile non riesce a dar prova di saper far tacere le sirene del più vergognoso estremismo gauchista.