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L'amarezza di Berlusconi: "Sono sotto attacco"

Berlusconi

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Quella frase proprio non gli va giù. Quel mettere in guardia da un partito gestito come una caserma, pronunciato in tv domenica sera dal presidente della Camera, è per il premier davvero inaccettabile. Ecco perché, subito dopo averle sentite, Berlusconi ha pensato a come poter smentire Gianfranco. A quali azioni mettere in campo per dare prova a tutti gli italiani di come Fini abbia esagerato. E quale mezzo migliore se non quello di rimarcare, ancora una volta, come tutto in casa Pdl sia deciso dal partito, con il convolgimento cioè di tutto lo stato maggiore di via dell'Umiltà? Ecco perché, dopo aver sentito la terza carica dello Stato «punzecchiare» la gestione politica del Pdl, Berlusconi avrebbe deciso di convocare un ufficio di presidenza in settimana. Non solo. Punta ad una nuova linea, da tenere e rispettare da oggi in poi: tenere un vertice con i 20 responsabili del partito tutte le settimane, per l'esattezza tutti i giovedì. Una riunione doveva esserci anche ieri, convocata a quanto pare per il pomeriggio a Palazzo Grazioli. Dopo una serie di riflessioni - soprattutto alla luce della tensione che c'è tra i due cofondatori del Pdl, e di riflesso tra le due anime del partito Fi e An, i tre coordinatori Verdini, La Russa e Bondi avrebbero convinto il premier a saltare l'appuntamento, almeno per questa settimana. E lui, obtorto collo, ha accettato. Resta però, nella testa del Cavaliere l'idea orginale, e cioè portare tutto sul tavolo del partito, con una riunione sistematica. Non è un caso, infatti, se il presidente del Consiglio avrebbe spiegato a Nicola Cosentino che ogni decisione sulla sua candidatura alle regionali spetterà, come per tutti, all'ufficio di presidenza del Pdl. Sarà quella l'occasione in cui verranno ufficializzate tutte le nomine, la sede in cui si definirà la griglia dei candidati, sciogliendo tutti i nodi ancora sul tavolo. A creare altra tensione tra i due cofondatori è il testo della riforma della giustizia penale presentato ieri in Senato dalla maggioranza dove, accogliendo la richiesta della Lega, è stata inserita l'immigrazione clandestina nella lista dei reati gravi per i quali è escluso il processo breve. Una decisione, per i finiani, praticamente subita. La realtà è che la fiducia tra i due leader si è ormai incrinata. Lo stesso Berlusconi, anche nelle ultime ore, ha espresso a più di un interlocutore la sua amarezza per l'atteggiamento dell'ex ministro degli Esteri. Ci sono poi le vicende private di Berlusconi , che tornano ad uscire sulla stampa quasi ad orologeria. Leggere ieri mattina sulle pagine del Corriere della sera della «separazione con addebito» che Veronica avrebbe già presentato in Tribunale, al Cavaliere non ha fatto piacere. Anzi, raccontano alcuni fedelissimi, il premier si sarebbe proprio arrabbiato. La notizia non trova alcuna conferma e anzi si chiede di mantenere la massima riservatezza, ma i rumors sulla separazione Berlusconi-Lario, continuano ad essere insistenti. Lei, non è in Italia, ma a chi le è vicino ha confidato che in questo momento intende tenere il riserbo e, quindi, nemmeno confermare o smentire se è stato depositato o meno il ricorso personale di separazione con addebito. Così come il suo legale, l'avvocato Cristina Morelli, che ha dribblato qualsiasi richiesta di chiarimenti con un secco «mi dispiace, non dico niente». Così come, nei tribunali di Monza e Milano hanno fatto sapere che «non è arrivato nulla».

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